La procura di Perugia impegnata nell’indagine sulla presunta cricca degli appalti per i Grandi eventi chiede di poter svolgere nuove rogatorie all’estero per scovare conti che gli inquirenti sospettano (ma sembra per alcuni ci siano già i primi riscontri, seppure non ufficiali) abbiano alcuni dei personaggi al centro dell’inchiesta. Accertamenti da svolgere a San Marino e in Lussemburgo, in particolare nei confronti di Diego Anemone, Angelo Balducci e Claudio Rinaldi.
Intanto nei prossimi giorni si saprà se verranno commissariate le aziende del costruttore. Il gup Massimo Ricciarelli si è infatti riservato oggi di decidere in merito alla richiesta avanzata in tal senso dai pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi titolari del fascicolo. Secondo i magistrati nessuno strumento di prevenzione risulta adottato all’interno delle sei società, tra le quali il Salaria sport village, che fanno riferimento ad Anemone, considerato amministratore di fatto o comunque personaggio di riferimento e indagato a Perugia per corruzione.
Per i pm non è stato infatti adottato alcun modello organizzativo e non sono state prese misure per evitare il rischio di reiterazione dei reati. Di parere opposto i difensori di Anemone, i quali, anche con una memoria depositata al giudice, hanno sottolineato che negli ultimi mesi sono stati sostituiti tutti gli amministratori delle società. Hanno inoltre evidenziato come attraverso un apposito modello di organizzazione è stato praticamente azzerato il rischio che vengano commessi nuovi reati.
“Non siamo d’accordo con la richiesta di commissariamento perché non sussiste il pericolo di reiterazione dell’illecito che ne è il presupposto” ha detto oggi uno dei difensori del costruttore, l’avvocato Gianluca Riitano. Posizioni sulle quali si esprimerà ora il gup Ricciarelli che nei prossimi giorni depositerà la sua decisione. A margine dell’udienza di oggi i difensori di Anemone sono tornati a ribadire che “non è mai stata neppure proposta” dalla procura ad Anemone una eventuale collaborazione (l’imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’ultimo interrogatorio davanti ai pm). “Aspettiamo di avere e leggere tutte le carte dell’accusa – hanno sostenuto ancora i legali – e solo allora se Anemone avrà qualcosa da dichiarare lo farà”.
Nessun cambio di linea, quindi, nemmeno da parte della procura che oggi ha ribadito la richiesta di commissariamento. L’Ufficio giudiziario ha tra l’altro da oggi un nuovo capo, Giacomo Fumu, nominato dal plenum del Csm. Il pm Sottani e Tavarnesi stanno intanto proseguendo negli accertamenti. A breve la Corte d’appello deciderà se autorizzare le rogatorie richieste dai magistrati a San Marino, per Anemone e Balducci e, in Lussemburgo, per Rinaldi e una sua congiunta.
Gli inquirenti avrebbero comunque già elementi che porterebbe a ipotizzare l’esistenza di conti (non è ancora chiaro a chi precisamente riferibili), sui quali potrebbero trovarsi cifre anche consistenti. Anche perché in particolare proprio a San Marino potrebbe trovarsi, sospettano gli inquirenti, parte della ‘cassa’ in nero della cricca. E sempre a San Marino ci sono due cassette di sicurezza intestate al commercialista Stefano Gazzani, considerato l’uomo che cura “gli aspetti più fumosi del gruppo” dalle quali potrebbero saltare fuori documenti molto interessanti