Centro della Terra brucia a 6mila°C: ben 1000° più di quanto ipotizzato

ROMA – La temperatura al centro della Terra è 1000 gradi Celsius più alta di quanto gli scienziati pensavano. Se secondo le teorie nelle profondità del pianeta le temperature si aggiravano intorno ai 5000 gradi Celsius, gli ultimi dati aumentano a 6000 gradi Celsius, ben più caldo di quanto ipotizzato. Gli scienziati hanno inoltre stabilito che queste misurazioni confermano i modelli geofisici riguardanti la differenza di temperatura tra il nucleo e il mantello solido terrestre.

A giungere a queste conclusioni è stato un gruppo di ricerca guidato da Agnès Dewaele della CEA insieme a scienziati del Centre national de la recherche scientifique e a quelli appartenenti all’European Synchrotron Radiation Facility ESRF di Grenoble in Francia.

La parte centrale della Terra è costituita da una sfera di ferro liquido a temperature superiori a 4000 gradi e pressioni di oltre 1,3 milioni di atmosfere. In queste condizioni, il ferro è allo stato liquido come l’acqua. Il nocciolo al centro della sfera, dove sia la temperatura che la pressione sono più alte, è costituito invece da ferro allo stato solido.

La differenza di temperatura tra il mantello e il nucleo è il principale motore dei movimenti termici di grandi dimensioni, che insieme alla rotazione della Terra, agiscono come una dinamo generando il campo magnetico terrestre. Per comprendere le variazioni di temperatura gli scienziati hanno analizzato il punto di fusione del ferro scaldandolo con dei raggi laser e applicando pressioni di milioni di atmosfere. Si è capito così che se i campioni di ferro utilizzati non fossero stati isolati termicamente l’esperimento non avrebbe dato i giusti risultati.

Agnés Dewaele ha spiegato: ”Anche se un campione raggiunge le temperature e pressioni estreme come quelle al centro della Terra l’esperimento durerà solo per pochi secondi. In questo breve lasso di tempo è estremamente difficile determinare se ha iniziato a sciogliersi o è ancora alla stato solido. Abbiamo sviluppato così una nuova tecnica in cui un intenso fascio di raggi X del sincrotrone, può indagare un campione in circa un secondo e dedurre se è solido, liquido o parzialmente fuso”.

I ricercatori hanno portato il ferro al punto di fusione a 4800 gradi con una pressione di 2.2 milioni di atmosfere. Facendo una proiezione sono così riusciti a determinare che con 3.3 milioni di atmosfere di pressione ci si trova al confine tra stato liquido e solido dove la temperatura sarebbe di circa 6000 gradi Celsius e l’errore sulla misura è di circa 500 gradi.

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