Fossalta dopo Adro: le maestre regalano il buono pasto alla bambina povera, il sindaco vieta: “E’ beneficienza-reato”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 16:09| Aggiornato il 21 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Ma qui finisce la storia e inizia la cronaca. A Fossalta di Piave c’è un sindaco alle prese con problemi di bilancio, così deciso a far quadrare i conti da proporre di abbattere i cani senza padrone. “In tempi di crisi – dichiara – quelli che non vengono adottati da una famiglia entro 2-3 anni debbono essere soppressi perché i comuni non sono in grado di poterli mantenere per 10-15 anni”. Per il sindaco “é solo ipocrita l’atteggiamento di chi non si rende conto di come gli animali siano costretti a vivere nei canili” e spiega che a Fossalta l’amministrazione municipale paga 25 mila euro l’anno per mantenere in vita 19 animali. “In questi tempi – conclude – non ce lo possiamo permettere”, e se non si possono sfamare i cani, non si possono nemmeno regalare i pasti ai bambini dell’asilo. Così il sindaco, il leghista Massimo Sensini, informato dai servizi sociali e dalla direttrice, va su tutte le furie. Convoca la direttrice della scuola e le spiega che “è responsabile di una gravissima irregolarità”. Prende carta e penna e scrive di suo pugno una lettera in cui si leggono frasi come questa: “Si sottolinea che il personale (della scuola, ndr.) non può cedere il proprio pasto senza incorrere in un danno erariale per il comune di Fossalta di Piave”. In poche parole, per il sindaco Sensini, le maestre che si privano del pasto per far mangiare una bambina di quattro anni, sono paragonabili a dei ladri che sottraggono al Comune beni di pubblica utilità. La direttrice sottoscrive la decisione e stila un ordine di servizio il cui senso è: “Se questo atteggiamento si ripeterà le responsabili saranno denunciate al provveditorato”. Con questa procedura le maestre rischiano provvedimenti disciplinari e la sospensione dall’insegnamento.

Viene comunicato alla mamma della piccola che deve presentarsi a prendere Speranza alle 12.00 e non più alle 16.00. La bimba è costretta a saltare il tempo pieno e a separarsi dai suoi compagni di scuola, in lacrime.

Sensini non accetta le critiche che gli vengono mosse e soprattutto le accuse di razzismo, “Sono già aiutati dal Comune – puntualizza, precisando che il capofamiglia è un islamico integralista – che ha tagliato il costo del buono pasto da 4 euro e 45 centesimi a 2”. Sostiene di essersi mosso nella vicenda “in punta di piedi”, ma di non poter fare diversamente: “Il 98% dei buoni pasto ridotti viene dato agli extracomunitari perché sono quelli che dichiarano il minor reddito e il maggior numero di figli”. Sostiene anche di essersi speso in ringraziamenti nei confronti delle maestre prima di comunicargli che non potevano cedere il loro pasto. Sostiene, ma la sostanza di una bambina di 4 anni a cui viene negato il pasto rimane.

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