
Giornata mondiale ambiente? La Terra a difendersi ci pensa da sola. Riflette più raggi solari per raffreddarsi (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Ieri, 5 giugno, si celebrava la “Giornata mondiale dell’ambiente 2025”. Quest’anno, l’impegno prioritario è dedicato all’azione di contrasto all’inquinamento da plastica. Giornata anche di bilancio: cosa si è fatto per contrastare l’inquinamento da plastica?
Giornata mondiale dell’ambiente 2025
Con le parole, una risoluzione storica delle Nazioni Unite (Unea), due anni di negoziati, il no dei paesi produttori di petrolio (quindi plastica) ad adottare misure contenitive alla conferenza di Busan. Si spera nella prossima conferenza di Ginevra. Viceversa, è il caso di ricordare proprio in questa giornata mondiale, la Terra a difendersi sa benissimo pensarci da sé.
La Terra sa proteggersi dai raggi solari compensando in parte le azioni compiute dall’uomo: lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature e coordinata dall’Università Normale di Pechino, alla quale ha partecipato l’Italia, con l’università di Firenze.
La superficie terrestre ha incrementato l’albedo
I dati indicano che la superficie terrestre abbia incrementato l’albedo, ossia stia riflettendo una quantità maggiore di radiazione solare rispetto al passato. Questo fenomeno, viene spiegato, risulta determinante in ambito climatico perché aiuta a contenere gli effetti del riscaldamento globale provocati dalle attività umane.
Lo studio ha analizzato dati satellitari dal 2001 al 2020. I risultati mostrano che l’albedo superficiale delle aree senza neve ha registrato un incremento del 2,2%, portando a una diminuzione dell’energia solare assorbita dal nostro pianeta. In pratica, la Terra sta riflettendo più luce verso lo spazio e trattiene meno calore.

“Questo cambiamento ha avuto un impatto importante: ha compensato circa il 60% del riscaldamento causato dalle emissioni di CO2 antropogeniche”, osseva Giovanni Forzieri, docente di Sviluppo sostenibile e Cambiamenti climatici all’ateneo di Firenze, unico scienziato europeo che ha partecipato allo studio di Pechino e che ha contribuito allo sviluppo del modello e all’interpretazione dei risultati.
Effetto raffreddamento per l’aumento dell’albedo
“L’aumento dell’albedo dipende in gran parte dal cambiamento degli ecosistemi, che stanno ‘contrastando’ autonomamente la sua riduzione legata allo scioglimento di ghiacciai e neve”.
L’effetto raffreddamento dovuto all’aumento dell’albedo arriva principalmente da aree terrestri che non hanno subito disboscamenti o riduzioni della vegetazione. L’incremento di ‘riflettanza solare’ è legato soprattutto a cambiamenti ecologici graduali, come la riduzione di densità della vegetazione e la variazione nella quantità di materiale vegetale non fotosintetico.
“La natura ha un ruolo attivo nel bilancio energetico del nostro pianeta”
La riduzione di albedo, connessa allo scioglimento di ghiacci e coperture nevose – sebbene significativa – è stata compensata dagli aumenti di albedo nelle regioni tropicali e temperate.
“Questa scoperta suggerisce che la natura ha un ruolo attivo nel bilancio energetico del nostro pianeta. In futuro – conclude il docente del dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – la conoscenza di questi processi nei modelli climatici potrà aiutarci a migliorare le previsioni e a pianificare meglio le azioni per contrastare il cambiamento climatico”.