
I geni di Leonardo da Vinci sopravvivono in sei eredi viventi (ma non s'illudano, il gene del genio non esiste) (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Gene, geni, genio, genii, genìa, genialità, genetica… L’abitudine a giocare con le parole può aiutare a diradare qualche nebbia interpretativa, a smontare quei bias cognitivi da cui una epistemologia accorta cerca di metterci in guardia. Facciamo l’esempio delle sequenze di Dna, le unità di informazione contenute nei cromosomi, altrimenti detti geni: ebbene, se i geni si trasmettono per via ereditaria, anche il genio scende per li rami dell’albero genealogico?
No, non esiste nessun gene del genio. A dispetto di una accanita ricerca, mai è stata isolata una variante di una singola lettera del codice genetico riferibile a originalità ed eccezionalità assolute cui associamo il concetto di genialità.
Sei eredi in vita, indagini sul cromosoma Y
Fatta la dovuta premessa – e considerato Leonardo da Vinci incontestabilmente il genio del Rinascimento – possiamo con serenità ragguagliare sugli esiti di una lunga caccia, quella dedicata al Dna dell’artista e inventore e ai suoi eredi viventi.

I risultati: sei possibili discendenti sono stati sottoposti ad esame e l’analisi ha rivelato che porzioni del cromosoma Y, utilizzate per il riconoscimento individuale, coincidono tra di loro, confermando così la continuità genetica della linea maschile della famiglia da Vinci, almeno a partire dalla 15/a generazione.
L’ultimo aggiornamento di ricerche ormai trentennali, si trova nel volume ‘Genìa Da Vinci’, a cura del leonardista Alessandro Vezzosi e della storica Agnese Sabato.
Il volume documenta un albero genealogico che risale al 1331, attraversa 21 generazioni e coinvolge oltre 400 individui. Analizzando fonti e documenti d’archivio gli autori hanno identificato 15 discendenti in linea diretta maschile, parenti attuali, in via genealogica, del padre e del fratellastro di Leonardo, Domenico Benedetto.
Si cerca il Dna dei parenti nelle sepolture
Ciò ha permesso a David Caramelli, presidente del Sistema museale dell’Ateneo Fiorentino e coordinatore del progetto per gli aspetti antropologici e molecolari, e ad Elena Pilli, antropologa forense, di sottoporre sei di loro all’esame del Dna da cui è emersa la continuità genetica della linea maschile della famiglia da Vinci.
Confermata inoltre l’esistenza di una possibile tomba familiare nella Chiesa di Santa Croce a Vinci, attualmente oggetto di scavi archeologici condotti sempre in collaborazione con l’Università di Firenze. Vi potrebbero essere stati sepolti anche il nonno di Leonardo, Antonio, lo zio Francesco e alcuni fratellastri, Antonio, Pandolfo e Giovanni. Il passo successivo è il confronto fra il Dna su questi resti e quello delle persone considerate discendenti attualmente in vita di Leonardo.