Non solo Sandy, son tante le isole fantasma. Colpa degli uomini o dei satelliti?

Pubblicato il 23 Novembre 2012 - 16:55 OLTRE 6 MESI FA
Non solo Sandy, son tante le isole fantasma. Colpa degli uomini o dei satelliti?

ROMA – L‘isola che non c’è si trova, o almeno avrebbe dovuto trovarsi, nell’oceano Pacifico. Ma Sandy Island non è la sola isola “fantasma” negli oceani. Non è la prima volta infatti che i moderni esploratori “scoprono” che un’isola non esiste. L’errore nelle carte potrebbe essere umano, oppure legato a dati mal interpretati dai satelliti.

La spedizione geologica dell’università di Sidney, guidata da Maria Seton, una volta giunta nel Mar dei Coralli non ha potuto far altro che smentire le mappe di Google Earth e dell’atlante Times: la Sandy Island non esisteva, al suo posto solo acqua e fondali a 1300 metri di profondità.

Non è la prima volta che si scopre un’isola fantasma. Il Corriere della Sera spiega:

“Nella cartografia si trovano altri pezzi di terra in mezzo al mare dai nomi fantasiosi: Antilia, Frislandia oppure Bermeja, quest’ultima segnalata nel Golfo del Messico davanti alle coste dello Yucatan sin dalle mappe del Cinquecento fino a quelle digitali di Google. Doveva essere grande come l’isola di Föhr (circa 83 chilometri quadrati). Tre anni fa i ricercatori dell’Università di Città del Messico avevano organizzato una spedizione per esplorare le sue risorse naturali.

Tuttavia, dopo una settimana di ricerche – con navi e aerei – della striscia di terra non c’era traccia. Nessuno è in gradi di dire quante siano le cosidette «isole fantasma» – cioè quelle segnalate nel corso del tempo come realmente esistenti, con i contorni delle coste disegnati sulle mappe geografiche, ma rimosse successivamente dopo la dimostrazione della loro inesistenza. Controversi sono anche i tanti isolotti del sud del Pacifico con nomi evocativi quali Ernest Legouvé, Giove, Maria Teresa, Wachusett o Rangitiki. Colpa di esploratori ambiziosi, errori nella trascrizione delle coordinate in fase di disegno delle mappe o anche l’influenza di alcol, sono finite nella cartografia”.

Ma per quale motivo le mappe segnano isole che non esistono? Si potrebbe trattare di errore umano o di un errore nell’interpretazione dei dati provenienti dai satelliti, spiega il Corriere:

“Secondo il servizio idrogeografico australiano, che produce le carte nautiche del Paese, la sua comparsa su alcune mappe scientifiche e su quelle digitali sarebbe semplicemente legata a un errore umano, ripetuto negli anni. Sandy Island potrebbe essere stata segnalata in seguito all’errata interpretazione dei dati satellitari”.