Delitto dell’Olgiata, confessa il maggiordomo Winston in lacrime: “L’ho uccisa io, mi tolgo un peso”

Pubblicato il 1 Aprile 2011 - 17:04| Aggiornato il 19 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo venti anni si approda forse alla verità sul delitto dell’Olgiata. Il maggiordomo Manuel Winston Reves ha confessato, tra le lacrime, di aver ucciso la contessa Alberica Filo della Torre quel 10 luglio del 1991 nella villa dell’Olgiata. Il filippino ha detto di volersi “togliere un peso” e ha confessato nel corso di un interrogatorio svolto col pm Francesca Loy. Alla luce di questa confessione è stato emesso un nuovo provvedimento di custodia cautelare per omicidio volontario.

”Mi volevo togliere un peso che portavo dentro di me da 20 anni: sono stato io ad uccidere la contessa Alberica”. Questa la confessione di Manuel Winston Reves che piangendo ha ammesso le sue responsabilità davanti al pm e al tenente colonnello Bruno Bellini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma. Winston nel corso della confessione ha chiesto ”scusa per quanto fatto agli italiani e ai figli della contessa Alberica”.

”Ogni volta che sentivo parlare della contessa mi prendeva l’angoscia”, ha aggiunto il filippino spiegando le ragioni della sua confessione. In relazione al movente Winston ha detto di non ricordare bene il motivo che lo ha spinto ad uccidere la donna. ”Ricordo solo che che ero andato da lei a chiedere di poter lavorare nuovamente presso la villa perché avevo bisogno di soldi”.

Il maggiordomo, infatti, all’epoca del delitto non lavorava più nella villa perché era stato licenziato da due mesi. Ora rimane a Regina Coeli in custodia cautelare e per le sue prime ore in carcere, Reves ha chiesto una Bibbia ed ha passato molte ore a pregare. Il pm Francesca Loy chiederà per lui il giudizio immediato, così da saltare l’udienza preliminare. I difensori del filippino, Mattia Lamarra, Andrea Guidi e Flaminia Caldani, dal canto loro, quasi certamente solleciteranno il processo con il rito abbreviato, che consente all’imputato di beneficiare di un terzo di sconto della pena.