“Munnezza” a Napoli: “Tonnellate di m…..in mare, se arriva un pm ci facciamo male”

Pubblicato il 31 Gennaio 2011 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI-  I liquami nel mare di Napoli, l’inchiesta sulla “munnezza” e gli arrestati: Fulvio Bufi per il Corriere della Sera pubblica le intercettazioni telefoniche dove si parla delle “tonnellate buttate in mare”, tonnellate di “merda”.

Il 19 dicembre del 2007 Generoso Schiavone, uno degli arrestati, titolare della concessione per il ciclo di depurazione delle acque in Campania, e a un collega esprime la sua felicità nel constatare che nessuno si è lamentato negli stabilimenti balneari nonostante «fino a luglio foce Regi Lagni ha buttato a mare tonnellate di m… al giorno». Poi dice, secondo il Corriere: «Se su questa storia ci mette le mani un pm, ci faremo male tutti. Io al massimo mi farò qualche settimana a Poggioreale, ma qualcuno salta per aria».

In un’altra intercettazione avrebbe affermato ancora:  «Quello è disastro ambientale. Il trenta, quaranta per cento del fango viene buttato a mare. Hanno bypassato intere aree dell’impianto, buttano in atmosfera i gas biologici. Ma che c… dobbiamo fare più di questo? E poi domani ti dicono che tu eri il responsabile… Il responsabile di che?» .

Enrico Foglia, capo dell’impianto di depurazione di Acerra, gestito dalla società Hydrogest avrebbe detto ancora riguardo ai depuratori: «Ma chi credono di prendere in giro? Stanno pieni di fango, di m… Gli impianti hanno problemi e non stanno facendo nulla. Si scarica la m… a mare, non si levano i fanghi. Io mi vergogno» .

E ancora in una telefonata con il professor Giovanni Melluso, un altro degli arrestati, docente all’università Federico II e incaricato della sovrintendenza scientifica sugli impianti di depurazione, Schiavone” fa riferimento a una relazione da inviare al prefetto «per buttare fumo sul percolato» , per nascondere gli imbrogli, insomma. La riunione dall’assessore Imbrogli che portavano la sua firma, perché fu lui a sottoscrivere, sulla base di tre delibere della Regione, il provvedimento che disponeva il conferimento del percolato negli impianti di depurazione. Il gip scrive che lo fece senza né una «istruttoria» , né una adeguata «verifica tecnica»”, spiega il Corriere .

Secondo la deposizione di Gaetano De Bari (anche lui arrestato), ex amministratore della Hydrogest, sarebbe statp l’assessore regionale all’Ambiente Luigi Nocera a far partire tutto: «Ci disse che vi era un’emergenza per lo smaltimento del percolato e che quindi noi avremmo dovuto ricevere, nei nostri impianti, questo rifiuto liquido. Subito si levò un forte vociare da parte dei vari gestori, ma l’assessore non mi parve sorpreso. Mostrandosi sul punto imperturbabile, ribadì quanto prima aveva detto circa la necessità di smaltire il percolato»