Pistoia e il cimitero musulmano: polemica per la “divisione” tra defunti cristiani ed islamici

Pubblicato il 15 Settembre 2010 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA

Sembrava tutto risolto, con molti problemi che si pensava potessero essere superati, ed invece no, il cimitero musulmano di Pistoia torna al centro delle polemiche. L’oggetto del contendere non è più tanto il cimitero islamico, progetto in fase conclusiva con l’ampliamento dell’attuale camposanto con un’altra area di 22 mila metri quadrati dei quali 2500 destinati ai musulmani, ma una sorta di “divisorio” che gli islamici chiedono per differenziare le tombe con quelle dei cristiani.

“Non è importante costruire un muro – spiega l’Imam Harousse Bouchaib, leader della comunità islamica di Pistoia – ma basta soltanto una separazione fatta di alberi”. Un modo per differenziare le tombe di cristiani e musulmani perché quest’ultimi, fa sapere Horousse Bouchaib, non hanno il simbolo della mezzaluna usato solo in alcuni paesi tra i quali l’Iran. Le tombe dovranno essere poi rivolte verso la Mecca come da regole e principi coranici.

Le richieste non sono però pèiaciute all’opposizione pistoiese. Il consigliere del Pdl, Alessio Bartolomei, si è dichiarato pubblicamente “assolutamente contrario” a questa separazione, “musulmani e cristiani possono riposare in pace l’uno accanto all’altro con le proprie tombe e i propri simboli” e allo stesso tempo si è detto perplesso anche un’area riservata agli islamici, i 2500 metri quadrati appunto, perché, secondo Bartolomei, “in città non esiste una comunità così numerosa da giustificare questi spazi”.

L’assessore, Roberto Lattari (Comunisti per Pistoia) parla invece di “scelta di sensibilità supportata da leggi e regolamenti” e avverte che comunque l’ipotesi del cimitero musulmano è ancora una bozza da discutere anche con l’Imam e che il consiglio comunale discuterà con calma. Poi, sulla separazione tanto contestata, si discuterà con calma e raziocinio nel rispetto della legge, dei regolamenti e con un occhio rivolto alla tolleranza e all’integrazione.