Addio vacanza in Sardegna? I traghetti costeranno il 60% in più

Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Vacanza in Sardegna sempre più a rischio. I prezzi dei traghetti sono infatti saliti alle stelle e le promozioni quasi sparite. Aumenti delle tariffe di oltre il 60%, con punte del 130 rispetto a un anno fa. Nessun risparmio per chi prenota in anticipo. Associazioni di consumatori e istituzioni locali sono sul piede di guerra: il sospetto è che, con la Tirrenia in amministrazione controllata, le altre compagnie di navigazione abbiano fatto cartello per allineare i prezzi dei biglietti verso l’alto. Ma i ritocchi, si difendono le compagnie, sono dovuti all’aumento del prezzo del carburante. Ora tocca all’Antitrust, a cui è stato presentato un esposto, fare chiarezza.

Come riporta Repubblica nell’offerta di Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries c’è una media di rincari di oltre il 70 per cento, nel periodo luglio-agosto sulle tratte Genova-Olbia, Genova-Porto Torres, e Livorno-Golfo Aranci, denuncia Altroconsumo in una rilevazione di marzo. Risultato: una famiglia di quattro persone con auto al seguito per il viaggio Genova-Porto Torres potrebbe arrivare a spendere ad agosto oltre 1000 euro, 400 in più di un anno fa.

Se sotto accusa è la politica tariffaria di Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries, anche Tirrenia ha introdotto rincari (tra il 25 e il 30% sulle rotte Civitavecchia-Olbia e Genova-Porto Torres, per non residenti in alta stagione, dice la compagnia). Ma per gli armatori le promozioni del passato hanno distorto la percezione del valore del servizio e le tariffe dipendono dall’aumento dei costi operativi, in particolare del carburante.

Lo spettro del calo degli arrivi allarma gli operatori. “Per i campeggi le disdette sono già il 25%, per gli alberghi il 37%”, racconta Francesco Mattana, rappresentante per la Sardegna di Altroconsumo. “Si potrebbe arrivare a una perdita di prenotazioni del 70% in tutti i settori turistici”. E aggiunge: “L’aumento delle tariffe ha effetti anche sulle merci: i rincari ne hanno ridotto la mobilità del 30%”. “Il 15% dei clienti ha rinunciato, il 20% non conferma in attesa di offerte last minute”, conferma Carlo Amaduzzi, presidente regionale di Assohotel. “Si stima una perdita per 15 milioni di euro per albergatori e ristoratori”.