Donne in piazza il 13 febbraio: secondo Libero e Il Giornale “con i soldi della Cgil”

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La manifestazione “pro donne” del 13 febbraio sarebbe stata finanziata, secondo quanto scrivono Libero e Il Giornale, con i soldi della Cgil. Su Libero Nino Sunseri prova a fare una stima: “Un euro per ogni donna che ha sfilato. È questo, a spanne, il costo della manifestazione di domenica. Trecentomila euro è stata calcolata la spesa complessiva. Una cifra più o meno equivalente al numero reale delle partecipanti”.

Poi il giornalista va nel dettaglio: “Per esempio il solo palco a Roma è costato almeno 40 mila euro. Montare, smontare, trasportare. E poi l’utilizzo degli impianti di amplificazione. La partecipazione al corteo è gratuita. Ma gli operai e i tecnici vanno pagati. Hanno lavorato la domenica. Che l’abbiano fatto a titolo gratuito è poco probabile. A pagare, a quanto risulta, è stata la Cgil”. Il motivo, con un singolare sillogismo, risiede secondo Sunseri nel sesso del segretario nazionale, Susanna Camusso: “Intanto il segretario generale del sindacato è una donna”. E poi “perdere l’occasione per una bella manifestazione di massa contro Berlusconi dietro striscioni tardo-femministe”.

L’accusa principale nei confronti del sindacato è quella di aver usato i soldi dei cittadini: “La Cgil, infatti – prosegue Sunseri – non dispone di fonti autonome di finanziamento e non è certo il tesseramento a fare la differenza. Le risorse arrivano dalle imprese e, soprattutto dallo Stato che paga lautamente alcuni servizi (per esempio i Caf che si occupano di pensioni). Risorse gestite in maniera poco trasparente perchè i sindacati non hanno l’obbligo di pubblicazione dei bilanci. Soldi che comunque dovrebbero essere impegnate nell’interesse dei lavoratori”.

Allora, si chiede Sunseri, “che c’entrano le donne? Già uno sciopero politico pone qualche problema visto che si tratta di manifestazioni slegate da temi negoziali. Ma almeno in piazza sfilano dei lavoratori. La piazza di domenica non rispettava nessuno dei canoni del buon sindacato: oltre a essere una protesta figlia di ostilità tribali non aveva veramente nulla a che spartire con il mondo del lavoro. E allora perchè la Cgil l’ha finanziata? Perchè ha reso disponibile la sua potente macchina organizzativa?”.