Pambianchi, lo studio “a sua insaputa”. “Da dieci anni non ci andavo”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 17 Giugno 2011 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Driiiin…”. “Pronto Studio Mazzieri Pambianchi…”. “Buongiorno, potrei parlare col proprietario il dott. Pambianchi?”. “Mi dispiace il dottore è momentaneamente assente, da circa dieci anni”. La conversazione è ovviamente inventata, ma la trama è vera ed è la linea difensiva scelta da Cesare Pambianchi, il commercialista presidente di Confcommercio di Roma e del Lazio arrestato nei giorni scorsi per evasione fiscale. Pambianchi ha infatti sostenuto, nell’interrogatorio davanti al gip, che lui delle accuse che gli sono contestate non sa nulla perché “dal 2001, da quando ho ricoperto la carica di presidente della Confcommercio, non mi sono più occupato dello studio commercialista”. Credibile?

Va detto che lo studio Mazzieri Pambianchi è, anzi “era uno dei più importanti d’Italia”. Così lo descrive il promotore finanziario David De Caprio, finito anche lui nell’inchiesta proprio perché collaborava con lo studio in questione. L’opinione che fosse uno tra gli studi più importanti del settore è opinione condivisa e universalmente riconosciuta. E oltre ad essere importante, lo studio dei due arrestati, ora sigillato, era anche assai remunerativo. Così remunerativo da permettere ai due titolari, Cesare Pambianchi e Carlo Mazzieri appunto, di regalarsi non molto tempo fa due yacht gemelli. Così remunerativo che Pambianchi aveva sentito il bisogno di diversificare le sue attività portandolo nel 1996 ad investire nel settore fitness/tempo libero creando la catena Dabliu “che impegna circa 450 unità lavorative ed è presente con 20 Centri sportivi, Centri di riabilitazione e Beauty Farm”, cito dal sito del Comitato Fiere Terziario di cui Pambianchi è membro della giunta.

Certo Pambianchi di impegni ne doveva avere molti: professionista, imprenditore, collezionista di poltrone, è presidente CONFSPORT (la federazione che raggruppa le principali imprese operanti nel settore del tempo libero e dei servizi), membro di giunta del C.F.T., presidente di Confcommercio Roma, presidente di Confcommercio del Lazio. Fa parte del Consiglio Confederale di Confcommercio ed è Consigliere del CREL, Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro. E’ anche membro del Consiglio d’Amministrazione di Aeroporti di Roma, della Fiera di Roma spa. E’ vicepresidente del C.A.R.spa, Centro Agroalimentare di Roma. E’ presidente di Sanimpresa, la nuova Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa del Terziario e presidente di IMM.UNI.COR spa, immobiliare dei commercianti. Un presidente all’ennesima potenza quindi.

Nonostante tutto questo pare però improbabile che non sapesse nulla di cosa accadesse nel suo studio di commercialista. Sembra quantomeno strano che anche di fronte a dividendi molto alti non si interessasse a come procedesse il suo lavoro. E non da qualche mese, ma da dieci anni. Anni che, tra l’altro, sembrano non essere bastati al sito dello studio Mazzieri Pambianchi per registrare il nuovo e inusuale assetto della società. Nello sezione “professionisti” del sito compare infatti solo la foto e la biografia di Pambianchi stesso, facendo presupporre che il commercialista fornisse allo studio non solo il nome ma anche il lavoro. E Mazzieri? Nel sito se la cavano con “aggiornamento in corso”.

Non c’ero, se c’ero dormivo e se dormivo sognavo che non c’ero. Se questa è, impoverita ma non troppo, la difesa di Pambianchi, diversamente ha ritenuto di agire il suo socio Mazzieri che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora, dopo l’interrogatorio col gip Giovanni De Donato, entrambi i commercialisti chiederanno di essere scarcerati e mandati ai domiciliari. Mazzieri punterà sui motivi di salute per ottenere il beneficio, mentre i legali di Pambianchi dovrebbero scegliere di spendere la carta della mancanza di pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Tanto per la cronaca, cosa facevano nello studio Pambianchi-Mazzieri almeno secondo le accuse? Ricevevano clienti. Clienti che arrivano con questo richiesta: “Ho un problema con la Gerit, con le tasse…”. Lo studio diceva: ci pensiamo noi, vendeteci l’azienda e noi la facciamo ricomparire all’estero libera dalle tasse…