Italia a corto di medici: entro il 2015 andranno in pensione 45 mila dottori ma non saranno rimpiazzati

Pubblicato il 6 Dicembre 2010 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA

L’Italia rischia di essere un Paese a corto di medici. Come denuncia il sindacato Anaao, infatti, tra il 2010 e il 2015 andranno in pensione circa 45 mila medici che, per la maggior parte, non verranno rimpiazzati. Anzi. Dal 2010 in avanti, secondo una ricerca presentata dall’Anaao stesso, ogni anno ne verranno pensionati in media oltre il doppio di quelli che saranno assunti. E perché il numero di chi entra torni ad essere identico a quello di chi esce bisogna aspettare tantissimo, addirittura fino al 2028.

Il perché di tutto questo è presto detto. Da una parte le nuove norme permettono ai dottori di andare in pensione con 40 anni di contributi anche se hanno meno di 65 anni. E in condizioni quasi disumane di lavoro, sono molti i medici ospedalieri che scelgono di andare in pensione anticipatamente. Dall’altra parte dalle facoltà di Medicina vengono sfornati solo  cinque mila specialisti all’anno, di cui appena 3.500 scelgono di lavorare negli ospedali pubblici. Secondo una stima del Ministero nel 2018 al nostro sistema sanitario mancheranno 22mila camici bianchi.

C’è una soluzione a tutto questo? Secondo il segretario nazionale dell’Anaao, Costantino Troise, bisogna assumere i medici laureati prima che concludano la specializzazione nei reparti universitari (lunga 5-6 anni): “Dobbiamo inserire questi colleghi nel sistema sanitario e qui fargli concludere la formazione. In questo modo gli organici saranno rinforzati. L’Università non farebbe i salti di gioia, perché gli specializzandi sono forza lavoro a basso costo che svolge un gran volume di prestazioni, ma è l’unico modo per contrastare l’esodo. E poi le facoltà devono far entrare più persone”.