Prato, la proposta Ugl: “Italiani nelle aziende cinesi: assunzioni obbligatorie”

Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 19:11 OLTRE 6 MESI FA

Assumere una percentuale di italiani nelle aziende cinesi, questa è la proposta Ugl alla comunità cinese di Prato, la più numerosa d’Italia. lLa proposta è stata come un elettroshock, almeno per la comunità cinese a Prato, la più numerosa d’Italia. Monica Castro, 35 anni, delegata Ugl responsabile della nuova sede del sindacato a Prato ha detto: «Voglio chiedere al sindaco Cenni di pensare a una norma che renda obbligatoria l’assunzione di una percentuale di lavoratori italiani nelle imprese cinesi».

A chi ha ribattuto alla proposta chiamandola provocazione la delegata Ugl ha risposto dicendo che in Cina c’è una legge che impone di assumere il 30% di dipendenti cinesi. «Dunque non si capisce per quale motivo non si debba pensare anche noi italiani a una soluzione simile, che servirebbe non solo ad abbattere la disoccupazione, ma anche all’integrazione. Troppo spesso, infatti, la comunità cinese a Prato è chiusa, ripiegata su se stessa, con tutti i problemi che la cosa comporta. Parliamo tanto di integrazione, ma per farla diventare realtà bisogna farla partire dal basso e dal mondo del lavoro».

Il sindaco Roberto Cenni del Pdl ha commentato: «Noi non siamo la Cina. Siamo un Paese liberale e vogliamo continuare a esserlo. Ed è per questo è difficile approvare norme che non sono uguali per tutti. Però stiamo lavorando al problema. Ho consegnato al ministro Sacconi un documento per facilitare le assunzioni nelle aziende italiane di extracomunitari e nelle imprese extracomunitarie di italiani con minori contributi all’ingresso. Non ci sarebbe un disequilibrio e si favorirebbe l’integrazione. Anche perché, purtroppo, molte aziende cinesi calpestano i diritti dei lavoratori».