Yara, al lavoro l’anatomopatologa delle Bestie di Satana: il campo setacciato, nessuno si accorse del cadavere?

Pubblicato il 28 Febbraio 2011 - 14:24| Aggiornato il 8 Marzo 2011 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

MILANO – ”Se la vittima viene accoltellata ai tessuti molli e non alle ossa, sul suo cadavere decomposto non ci sarà traccia della ferita”: sono parole scandite e ricavate dalla realtà di anni di lavoro da Cristina Cattaneo in una intervista di qualche tempo fa che sembrano di palmare attualità per il caso Yara.

La professoressa Cattaneo, infatti, guida l’équipe di anatomopatologi e medici legali incaricati di effettuare l’esame autoptico sul corpo della tredicenne di Brembate di Sopra. Autrice di libri come ”Crimini e farfalle” e ”Morti senza nome”, Cristina Cattaneo, 47 anni originaria del Monferrato, è al Labonaf, il laboratorio di antropologia forense all’Università Statale di Milano. Cattaneo è una delle antropologhe forensi più famose d’Italia: si è occupata in passato del caso delle Bestie di Satana e dell’omicidio di Elisa Claps, la ragazza uccisa nel 1993 il cui corpo mummificato è stato trovato in un abbaino della cattedrale di Potenza.

Il Labonaf è all’avanguardia negli esami di patologia forense e, oltre all’analisi dei resti, si occupa di analizzare anche il contesto ambientale in cui un cadavere viene trovato. Nel caso dell’omicidio di Yara, altro compito dei patologi forensi sarà quello di esaminare il substrato di terra, vegetazione e altri sedimenti sul quale giaceva il corpo della ragazzina a Chignolo D’Isola e che forse non è stato setacciato accuratamente come si era detto, o forse l’erba era troppo alta, un metro e mezzo, perché si vedesse quel cadavere.

Resta però una stranezza. Quella è una zona di caccia, come spiega a La Stampa Giovanni Valsecchi, capo della protezione civile di Brembare, e allora perché i cani non hanno fiutato nulla?