Coronavirus, in questo 2020 (bisestile) tre venerdì 17. E vai con la eptacaidecafobia Coronavirus, in questo 2020 (bisestile) tre venerdì 17. E vai con la eptacaidecafobia

Coronavirus, in questo 2020 (bisestile) tre venerdì 17. E vai con la eptacaidecafobia

MILANO  –  Tre venerdì 17 in un anno bisestile, e via con la eptacaidecafobia. Parliamo della paura del numero 17, particolarmente diffusa in Italia più che all’estero, e le cui origini si troverebbero nella cultura greca e latina, con Pitagora che aborriva il 17 in quanto tra il 16 e il 18, numeri considerati perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri, e con i latini che, pur di non scrivere 17 (XVII), sulle lapidi scrivevano VIXI, che del loro 17 era anagramma e significava un ben più positivo “vissi”. 

Del resto nella Roma antica proprio il 17 di febbraio e di dicembre si celebravano i Quirinalia e i Saturnalia, in onore degli dei Quirino e Saturno, feste demonizzate dal Cristianesimo, che a sua volta ebbe il venerdì come giorno funesto, considerato che di venerdì (il venerdì Santo del triduo pasquale) sarebbe morto Gesù. 

Non solo: nella Bibbia il diciassettesimo giorno del secondo mese dell’anno si sarebbe verificato il diluvio universale. 

Così si capisce il perché della eptacaidecafobia, che abbinato al venerdì ha ancora maggior peso. E in quest’anno “bisesto, anno funesto”, come recita un vecchio adagio, di venerdì 17 ne abbiamo bene tre: a gennaio, ad aprile e a luglio. Non succedeva dal 1992, anno di Mani Pulite e della fine della Prima Repubblica.

Comunque il venerdì 17 non è considerato sfortunato in tutto il mondo. Nei Paesi anglosassoni, per esempio, questo ruolo spetta al venerdì 13. E per non farci mancare nulla, in questo 2020 abbiamo due anche di quelli: uno è stato a marzo, l’altro ci attenderà a novembre. (Fonti: Repubblica, Il Foglio)

 

 

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