
Il violoncello nel rock: Anekdoten, Rasputina, The Lumineers... Blitz Quotidiano. Foto ANSA
Il violoncello è uno strumento per antonomasia associato alla musica classica, in particolare per la caratteristica qualità timbrica che ha reso memorabili tante melodie. Ma il mondo della musica rock ha sempre ricercato commistioni improbabili e si è sempre dimostrato inclusivo nei confronti di qualsiasi strumento, come abbiamo già visto negli articoli Il violino nel rock e Strumenti inusuali e dove trovarli. Non dovrebbe stupire, quindi, il fatto che il violoncello nel rock ha una lunga storia e una presenza maggiore di quanto si potrebbe pensare. Ci sono collaborazioni importanti e famose, come quelle del virtuoso del violoncello Yo Yo Ma con artisti come Sting, Santana e Bobby McFerrin, con il quale ha inciso l’album Hush nel 1992.
Già nel repertorio dei Beatles troviamo il nostro strumento, ad esempio in Yesterday, Eleanor Rigby o Strawberry Fields. Così come lo troviamo in Atom Heart Mother dei Pink Floyd. E poi, non dimentichiamo che molti eroi del rock avevano una formazione classica: Mike Rutherford, bassista dei Genesis, era anche violoncellista e infatti troviamo parti di violoncello in Foxtrot. Così come anche Jack Bruce, bassista dei Cream, era stato iniziato allo strumento da giovane: di nuovo troviamo il violoncello in Wheels of Fire dei Cream. Ma qui mi concentrerò non tanto sulle collaborazioni occasionali, ma su band e progetti che hanno inserito il violoncello in pianta stabile nel loro organico, con album in cui lo strumento è presente in maniera importante.
Non troverete qui neanche quei gruppi, spesso quartetti d’archi, votati solo alle reinterpretazioni di brani famosi. Il violoncello di cui si parla in questo articolo è parte integrante di una band, di un progetto musicale originale, e in quanto tale spesso lo caratterizza in maniera inequivocabile. Che si tratti di uno strumento classico, con l’esplorazione di tutte le tecniche possibili, o moderno elettrificato, con l’aggiunta delle possibilità timbriche degli effetti, come una chitarra, il violoncello si è proposto in varie occasioni come una spinta innovativa nel rock, più che un ritorno nostalgico all’antico.
Menzioni speciali
Le prime tre menzioni speciali di questo articolo riguardano album che avrei voluto inserire nell’elenco successivo, ma di cui è oggettivamente difficile trovare buoni video su internet. Questo è l’unico motivo per cui li trovate in questa sezione, quindi vi esorto ad andarli ad ascoltare! Partiamo con gli Swelling Meg e il loro ep di esordio Well del 1996. Gli Swelling Meg sono una band scozzese guidata da Cora Bissett, attrice, regista, cantante e violoncellista, band sciolta nel 2000. Di base erano un trio con chitarra e contrabbasso accanto al violoncello, a volte arricchiti da percussioni. Riuscivano a coniugare egregiamente un atteggiamento punk con strumenti che mai immagineremmo in quel contesto musicale e Well è un album ricco di splendide perle.
La seconda di queste menzioni molto speciali riguarda un album sperimentale: Pranzo Oltranzista, registrato nel 1997 da John Zorn. Qui al violoncello troviamo Erik Friedlander, già membro dei Mountain Goats. Pranzo Oltranzista è sostanzialmente un progetto di musica concreta, che utilizza suoni e rumori quotidiani per creare un tessuto sonoro insieme a strumenti veri e propri. Contiene anche un’esplicita dedica a Luigi Russolo, compositore futurista e inventore di uno strumento che aveva chiamato “intonarumori”.
Infine, a concludere questa terna molto speciale, vi segnalo Punk Baroque, album di David Rovics del 2017. David Rovics è un cantautore di Portland che viene dall’ambiente dell’anarco-punk. I suoi album e le sue esibizioni sono sempre impegnati e incentrati su avvenimenti contemporanei. In Punk Baroque, Rovics ritrova i suoi inizi da violoncellista, alternando brani nel suo consueto stile chitarra e voce a brani in cui la voce è invece accompagnata dal violoncello. Proseguendo nelle menzioni speciali, negli anni Settanta la Electric Light Orchestra includeva ben tre violoncellisti: Mike Edwards, Colin Walker e Hugh McDowell. Il loro album del 1972 ELO 2 propone atmosfere che per certi versi si rifanno ai Beatles, ma anche ai King Crimson. Nelle tre bonus track inserite nella ristampa, troviamo anche ospite Marc Bolan.
Ancora anni Settanta, con i Wizzard, in effetti band composta da ex membri degli ELO, tra cui Hugh McDowell al violoncello: il loro Wizzard Brew del 1973 è un album da consigliare. Negli Stati Uniti, il violoncello è stato spesso incluso nelle formazioni folk e bluegrass: gli Avett Brothers, ad esempio, nel loro album eponimo del 2024 vedono Joe Kwon al violoncello. La violoncellista Natalie Haas ha collaborato con diversi suonatori di fiddle, anche scozzesi, oltre che con gli Appalachia Waltz Trio di Mark O’Connor. Il suo album solista Haas del 2003 è invece una collaborazione con la sorella Brittany Haas, anch’essa suonatrice di fiddle. Dalla Cina arrivano invece i Cold Fairyland, una band che oscilla tra album più classici e altri in cui fondono le melodie e gli strumenti orientali con ritmiche occidentali tendenti al prog, sempre comunque con il violoncello ben presente: ascoltate il loro album Kingdom of Benevolent Strangers del 2009.
I finlandesi Apocalyptica sono nati invece come un quartetto di violoncelli che faceva cover dei Metallica. Oggi sono un trio di violoncelli con turnisti alla batteria e alle voci, dedito al metal sinfonico e guidato da Eicca Toppinen. Molti altri sarebbero i nomi che hanno contribuito a creare un posto per il violoncello nel rock, ma per ragioni di spazio mi fermerò qui. Non prima, però, di aver citato Eugene Friessen: oltre ad aver prodotto vari album da solista e aver collaborato a molti progetti in ambito jazz, Friessen ha suonato il violoncello su Vacant, brano dei Dream Theater incluso nell’album Train of Thought del 2003.
Anekdoten, Vemod
Gli Anekdoten sono un gruppo di prog svedese emerso alla ribalta nell’ondata di prog scandinavo degli anni Novanta. Fin dalla loro formazione, hanno incluso Anna Sofi Dahlberg al violoncello e alle tastiere, in particolare il mellotron, entrambi strumenti che caratterizzavano molto il loro sound. Vemod è l’album di esordio degli Anekdoten, pubblicato nel 1993. L’album si apriva con una traccia strumentale, Karelia, caratterizzata dai riff pesanti e acidi di basso e chitarra e dal violoncello che lega tutte le arditezze armoniche e timbriche del brano.
Rasputina, How We Quit the Forest
Nati a New York nel 1989, i Rasputina sono la creatura artistica di Melora Creager, violoncellista e cantante. Nei loro album, sempre sperimentali e diversi l’uno dall’altro, si avvalgono spesso della collaborazione anche di altri violoncellisti: ad esempio, Julia Kent nei primi anni, violoncellista canadese che ha suonato anche con Antony and the Johnsons, e Zoe Keating tra il 2004 e il 2005, anche lei canadese-americana, che in seguito ha costruito una carriera solista componendo colonne sonore e utilizzando un looper, un po’ come Ed Alleyne-Johnson al violino. Melora Creager è stata anche violoncellista per i Nirvana nel loro tour del 1994. How We Quit the Forest è il secondo album dei Rasputina, pubblicato nel 1998. Qui troviamo addirittura tre violoncelli: oltre a Creager e Kent, anche Agnieszka Rybska compare nella line-up. Un altro album della band che vi consiglio di ascoltare è Oh Perilous World, uscito nel 2007. La musica dei Rasputina non è etichettabile nei generi standard, ma per molti versi sono considerati tra gli esponenti dello steampunk. The Olde HeadBoard è la traccia che apre How We Quit the Forest.
Vyvienne Long, Caterpillar Sarabande
Vyvienne Long è una violoncellista irlandese che ha fatto parte della band di Damien Rice nei suoi due album intitolati con un numero: 0 e 9, rispettivamente del 2002 e del 2006. Caterpillar Sarabande è il suo album di esordio da solista, pubblicato nel 2010 e seguito poi da A Lifetime of High Fives del 2019. Il debutto di Vyvienne Long è un album di brani intimistici, ma anche molto ironici: un pop di classe dominato dal violoncello, anzi, dai violoncelli, che davvero vi invito a scoprire. La traccia di apertura è Late, Always.
Murder By Death, In Bocca al Lupo
I Murder By Death sono un gruppo rock americano con molti riferimenti al folk. Esordiscono nel 2002 con l’album Like the Exorcist, but More Breakdancing, in cui la presenza del violoncello rende il sound subito particolare. Sarah Balliet suona il violoncello nella band fin dall’esordio, utilizzando ogni tipo di tecnica, dall’archetto al pizzicato allo strumming. Il terzo album della band, pubblicato nel 2006, si intitola bizzarramente In Bocca al Lupo ed è una sorta di concept album in cui i brani si susseguono senza soluzione di continuità. Qui vi propongo il video ufficiale della quarta traccia Brother.
Pearl and the Beard, Killing the Darlings
Trio folk-pop che fonde armonie vocali a tre voci con accompagnamento di chitarra violoncello e percussioni, i Pearl and the Beard sono nati a New York. Il violoncello qui è suonato da Emily Hope Price, che in molti brani è anche la voce principale. La band si è sciolta nel 2015. Killing the Darlings è il loro terzo album, pubblicato nel 2011 e probabilmente il più riuscito. Hot Volcano è la settima traccia, nel video eseguita dal vivo in un set decisamente unplugged.
Ben Sollee, Long Haul
Ben Sollee è un violoncellista e cantautore americano attivo dal 2000 e noto anche per il suo attivismo politico. Il suo stile è influenzato dal folk e dal bluegrass, ma anche dal jazz e dal rhythm and blues. Long Haul è l’album che ha realizzato nel 2024. La seconda traccia è Misty Miles, di cui vi propongo il video ufficiale.
Tornado Rider, Do You Have Time…?
I Tornado Rider sono un power trio americano formato da Rushad Eggleston al violoncello, Scott Manke alla batteria e Graham Terry al basso. Qui il violoncello è elettrificato e passato attraverso effetti come fosse una chitarra. Nel 2010 hanno esordito con l’album Do You Have the Time…?, seguito l’anno dopo da Jark Matter. Golden Apple Dance è la traccia di apertura dell’album di debutto, in cui possiamo apprezzare l’attitudine punk e sbarazzina di questo trio.
Jorane, Vent fou
Violoncellista e cantante franco-canadese, Jorane esordisce nel 1999 con l’album Vent fou. Le atmosfere in bilico tra pop e rock sperimentale l’hanno fatta spesso accostare a Tori Amos, ma con il violoncello… Nel video, la title track dell’album è eseguita dal vivo, in una sorta di medley con Dazed and Confused dei Led Zeppelin.
The Lumineers, The Lumineers
I Lumineers sono probabilmente la band più nota tra quelle nominate in questo articolo. Ma pochi si saranno accorti che dal 2010 al 2018 la band includeva in pianta stabile Neyla Pekarek al violoncello. Dal 2019 Pekarek ha iniziato una carriera solista, incidendo il suo primo album Rattlesnake, in seguito divenuto un musical. I Lumineers suonano un folk rock di matrice americana e per questo sono stati paragonati agli scozzesi Waterboys. Il loro album di esordio, The Lumineers, pubblicato nel 2011, includeva questa Submarines.
The Dead South, Good Company
Canadesi ed esplicitamente dediti al folk e al bluegrass, i Dead South includono in pianta stabile Danny Kenyon al violoncello. La band si è autodefinita come i gemelli cattivi dei Mumford and Sons. Nel 2014 hanno pubblicato l’album Good Company, da cui ho tratto In Hell I’ll Be in Good Company.
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