In Italia crollano i consumi del latte: in aumento quello importato dalla Cina

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA

Il latte? Non sarebbe più un bene primario per gli italiani stando agli ultimi indici di consumo. Calano infatti i consumi di latte nel nostro paese e si acquista anche meno parmigiano, il prodotto del made in Italy che vanta il maggior numero di imitazioni all’estero. In picchiata il burro e la panna, ritenuti dannosi per la linea, mentre aumenta la richiesta di yogurt, prodotti probiotici e formaggi magri e spalmabili.

Questi i dati emersi dal convegno “Milk in progress”, un tavolo di confronto promosso da tutti i protagonisti della filiera lattiero-casearia (allevatori, industria della trasformazione, veterinari, distribuzione e consumatori) che ha fatto il punto sullo stato di questo importante settore dell’industria italiana.

L’Italia è uno dei maggiori produttori europei di latte e formaggi e i dati Ismea (Istituto di ricerche per il mercato agricolo e alimentare) confermano che a trainare il mercato dell’agroalimentare nazionale è proprio la filiera lattiero-casearia. Nel 2009 il settore ha prodotto in allevamento 5,4 miliardi di euro, nella fase di trasformazione 14,380 miliardi mentre il ricavo dai consumi è stato di 21 miliardi di euro.

Nonostante questo eccellente primato però il 40% del latte utilizzato per preparare mozzarella e formaggi proviene dagli altri paesi dell’Unione europea. La nostra produzione, infatti, è vincolata dalle quote latte imposte dall’Ue, pertanto siamo obbligati a importare anche se non ne avremmo bisogno.

Per non parlare poi del latte in polvere, impiegato nella trasformazione di una grande quantità  di alimenti, che arriva da paesi extraeuropei, Australia, Usa, Nuova Zelanda e Cina.