ROMA – Per stare sul sicuro quelli di Unomattina sull’undici maggio ci hanno messo un punto interrogativo: aprono la trasmissione più seguita del mattino di Rai Uno con la prudente domanda “Terremoto a Roma?” Devono aver pensato che era proprio il casop di attuare una “par condicio” tra quelli che il terremoto se l’aspettano e quelli a cui la terra che trema non ha dato appuntamento in agenda. Incredibile ma vero: la Rai, la tv pubblica si ripara dietro il punto interrogativo, hai visto mai..? E si può scommettere, si può essere sicuri che ci sarà dibattito ed emozione in studio: sì, no, ecco un tremolio, forse è la metropolitana, oppure la scossa? Quel che non è dato sapere è se ad Unomattina ci sono o ci fanno: davvero pensano che ci sia un dubbio? Comunque lo mettono in circolazione che è già un modo abbondante di crederci. Sarà una puntata da registrare, di quelle indimenticabili…
Come indimenticabili saranno le conversazioni tra cittadini ed operatori del Comune di Roma che chiamano e chiameranno allo 060606, anzi al 800854854, numero speciale allestito e messo a disposizione dell’amministrazione Alemanno. “Pronto, sapete di preciso a che ora? E in quale zona? Vado verso Ostia, è possibile anche uno tsunami?”. “La informiamo che al momento non disponiamo delle informazioni richieste, ma stia tranquillo e vada sul sito della Protezione Civile”. “Pronto, ma che davvero..? E il governo che fa?”. “No, davvero no. Non si può dire. I terremoti non si possono prevedere”. “Si possono allora escludere?”. “Questo no, escludere non si può”. Saranno, già sono conversazioni impazzite come maionese, montate come panna, rigonfie di nulla. Non è dato sapere se chi al Comune ha pensato di istituire una linea che rassicura abbia pensato per un attimo solo che una simile linea è megafono e amplificatore di per sè del terremoto che non c’è.
Il terremoto che non c’è è la notizia del giorno: speciali tv, troupes, esperti in studio, call center. Tutti a lisciare il pelo al terremoto che non c’è. Lui, poverino, è incolpevole. Anche perché non c’è, non c’è proprio. Nemmeno nelle carte, nei documenti, negli studi di colui che l’avrebbe previsto e annunciato, il defunto studioso Raffaele Bendandi. La responsabile della “bendandiana”, l’associazione che si richiama allo studioso e ne custodisce le carte si chiama Paola Lagorio. Alla radio del Sole 24 ore ha risposto con chiarezza: “In nessun luogo, in nessuna carta di Bendandi c’è scritto undici maggio e tanto meno Roma”. Dunque la “profezia”, prima ancora di essere vera o falsa, non esiste, non c’è. Eppure moltissimi giurano di averla letta. E’ questo il terremoto che c’è, quello che sta scuotendo la testa e il cervello, i gesti e le parole non solo della “gente” ma anche dell’inforemazione e delle istituzioni. Protesta il Codacons e dio solo sa cosa c’entrano i consumatori, comunque il Codacons, in nome del principio per cui in piatto ricco mi ci ficco, protesta e chiede: “A chi giova?” Ma a chi giova che? La profezia che nessuno ha letto è al centro del dibattito privato e pubblico. La politica svolge il suo ruolo di stabilità ma non vuole perdere contatto dalla “gente”. Infatti il Governatore del Lazio, Renata Polverini, formula un responsabile “Io sono tranquilla”. Ma non dice, non si sogna di dire: ma che siete matti ad andare dietro a questa bufala? Si può capirla: lo dicesse, dicesse della bufala, scatenerebbe il panico. Infatti il cittadino italiano, l’astutissimo cittadino italiano segue una sola regola: se l’autorità smentisce, allora è vero. E viceversa.
Quindi, vai con le cronache, i retroscena, le dirette e il dibattito sul, del e per il terremoto che non c’è. Anzi che c’è già stato: ha visto crollare e finire in polvere, in minute macerie il senso del ridicolo, la responsabilità e pure la decenza. Tutto è già venuto giù e tutti corrono dietro e con il terremoto che non c’è.