CREMONA – “Le società truccavano le partite per la classifica, non per le scommesse”: a lanciare la bomba è il procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, titolare dell’inchiesta sulle partite truccate. Quella del magistrato è, in attesa di riscontri oggettivi, solo una sensazione. E’ lui stesso a precisare che finora non c’è alcuna prova a suffragio di questa tesi. Di Martino ha le idee chiare ma, come da protocollo, rilascia dichiarazioni prudenti: ”La sensazione è che ci siano grossi problemi nel movimento calcistico di serie A, che ci siano incontri truccati”.
“Nel campionato italiano di calcio di serie A le combine e gli accordi non sono fra i giocatori ma fra le società che agiscono in prima persona” ha dichiarato Di Martino, facendo presagire i contorni di uno scandalo di dimensioni colossali, non riconducibile a qualche mela marcia, ma a un sistema che, calpestando ogni etica sportiva, confermerebbe le più sinistre fantasie di coloro che scorgono complotti e manovre illecite ovunque. Si profilerebbe, se il naso del procuratore ha annusato la pista giusta, una vergogna ancora più grande di Calciopoli e del calcio scommesse anni ’80. Calciatori, arbitri e adesso le società.
Di Martino ha avanzato questa ipotesi sulla base di sensazioni personali. Il pm di Cremona non ha ancora prove per verificare la sua tesi e spera di ottenerle attraverso gli interrogatori di questi giorni.