Daniele De Santis, ultras Roma, disse a Totti di non giocare il derby 2004

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Maggio 2014 - 09:20| Aggiornato il 6 Maggio 2014 OLTRE 6 MESI FA
DanieleDe Santis in una foto segnaletica diffusa dalla Questura di Roma

DanieleDe Santis in una foto segnaletica diffusa dalla Questura di Roma

ROMA – Daniele De Santis, detto “Gastone”, è noto per essere uno degli ultras più influenti nel mondo della curva della Roma. Nella Sud lo conoscono tutti, tutti sanno che era uno degli “ambasciatori” che convinse Totti a non giocare il derby del 2004 (quello della voce, infondata, di un bambino investito da un blindato della Polizia). Lo sapevano anche investigatori e inquirenti chi era, ma i reati relativi a quel derby finirono prescritti. Ora è stato arrestato con l’accusa di aver sparato ad alcuni tifosi napoletani prima della finale di Coppa Italia.

Su una cosa sembrano tutti concordare: De Santis sarebbe stato riconosciuto subito dai tifosi napoletani (che gli hanno spezzato una gamba per rappresaglia) per un tatuaggio “Spqr” che lascia pochi dubbi alla sua provenienza.

Su Repubblica Sara Grattoggi e Lorenzo D’Albergo tracciano un breve ritratto dell’arrestato:

Nel 1996 “Gastone” (così lo chiamano gli amici in curva) viene arrestato insieme ad altri boss della Sud per minacce all’allora presidente della Roma Franco Sensi: in quella retata di 18 anni fa furono arrestati sette leader della curva appartenenti ai “Boys” e al gruppo “Frangia ostile”.

All’epoca, i tifosi giallorossi furono accusati di aver preteso da Sensi biglietti gratuiti per le partite in casa e quelle in trasferta.

Ma il precedente più eclatante è quello del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. Insieme ad altri sei capi ultrà, De Santis scavalca il recinto di gioco: per lui e per chi lo accompagnava la stracittadina andava sospesa. Secondo i leader delle curve, un bambino era stato investito da un mezzo della polizia: una voce infondata che si trasformò in una vera e propria dimostrazione di forza da parte delle due tifoserie estreme. Per la serie «decidiamo noi se e quando si gioca». Ogni ipotesi di reato, da quella di violenza privata a istigazione a disobbedire le leggi dello Stato, passando per il complotto, è finita però prescritta.

Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera ripercorre le”gesta” di De Santis partendo ancora qualche anno addietro:

Era anche nell’elenco dei 19 arrestati per gli scontri a Brescia-Roma, 20 novembre 1994, con l’accoltellamento del vice questore di polizia Giovanni Selmin. I romanisti erano armati di asce e altri 15 poliziotti finirono in ospedale con gravi ferite. Ma anche allora De Santis – con altri quattro imputati – fu assolto, per non aver commesso il fatto. Aveva 28 anni. La sua carriera ai vertici dei gruppi (in quel periodo i Boys e Frangia Ostile) che dominavano nella curva Sud era già avviata. I romanisti ascoltavano i suoi interventi nelle radio private, seguivano le sue indicazioni allo stadio.