Emiliano Mondonico. Quando nel ’67 si fece squalificare per seguire i Rolling Stones dal vivo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2018 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
Emiliano Mondonico. Quando nel '67 si fece squalificare per seguire i Rolling Stones dal vivo

Emiliano Mondonico. Quando nel ’67 si fece squalificare per seguire i Rolling Stones dal vivo

ROMA – Oggi che giustamente si commemora con emozione l’uomo e il maestro di calcio Emiliano Mondonico – scomparso dopo una lunga malattia all’età di 71 anni -, fa piacere ricordare anche il giovane Mondo versione “rocker”.

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Da calciatore, ala destra con il vizio del gol, non riuscì però a raccogliere l’eredità di un certo Gigi Meroni, che fu chiamato a sostituire dopo il fatale incidente che si portò via il George Best del Torino, una pop star del calcio.

Dopo che nella Cremonese del 1967 fece sfracelli – Meroni morì a ottobre – Mondonico era il candidato perfetto a prenderne il posto: dribbling e elettricità rock. Talmente rock che ad aprile, pur di non perdersi i mitici Rolling Stones, allora con ancora Brian Jones nella line-up, si fece squalificare per non perderseli. Era l’8 aprile, gli Stones si esibivano al PalaLido di Milano. Anni dopo Mondonico raccontò la sua fuga (da Football a 45 giri del 30 ottobre del 2015 intitolato Rock & Goal).

Brian Jones era seduto su una sedia di legno, simile a quella che ho alzato ad Amsterdam. Era uno spettacolo diverso da tutti. Noi eravamo abituati a Orietta Berti, a Nilla Pizzi, a Celentano. Era sconvolgente, ti prendeva…Mi sono fatto squalificare la domenica precedente. Gli Stones avrebbero suonato al sabato sera ed è chiaro che la trasferta sarebbe partita il sabato pomeriggio. Dovevamo giocare a Mestre. Mi sono fatto espellere.

Fisicamente non ero in grado di fare dei falli e allora ho cominciato a lanciare improperi all’arbitro. Quando lui si girava per vedere chi era, mi giravo anch’io. E non riusciva a capire chi fosse l’autore delle provocazioni. Alla fine, ha compreso. “È lei che mi ha insultato per tutta la partita?” L’importante era che mi buttasse fuori, così da potere andare a vedere gli Stones.Oltre a Brian Jones, Mick Jagger, un animale da palcoscenico.

Da Tony Dallara che faceva il falsetto, mi trovavo di fronte a Jagger. Eravamo abituati a Sanremo… In quel periodo erano i capelli che facevano la differenza. Noi obbligati da sempre alla sfumatura alta… La grande rivoluzione era avere i capelli lunghi. Era un grande contraltare con i genitori. Siamo entrati nel pomeriggio e poi ci siamo nascosti per sentire anche il concerto della sera. (Football a 45 giri)