K2, 12 MORTI: SOSPESO PER MALTEMPO RECUPERO CONFORTOLA

Pubblicato il 4 Agosto 2008 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

Confortola_marco Marco Confortola è arrivato al campo base avanzato del K2 ma gli elicotteri che avrebbero dovuto recuperarlo non hanno potuto raggiungerlo per il maltempo. Lo riferisce una nota di Askari Aviation, una società della quale si servono le forze armate pachistane. Dopo 4 ore di discesa lungo lo sperone Abruzzi, Confortola ha finalmente raggiunto i 5.400 metri di quota.

Appena sceso sul ghiacciaio, Confortola ha chiamato Agostino Da Polenza: «Siamo giù -ha detto l’alpinista- tutto bene, ma i piedi mi preoccupano, fate arrivare l’elicottero». Confortola, sopravvissuto alla tragedia di sabato scorso in cui morirono undici scalatori, aveva iniziato a scendere da campo 1 alle 6.30, ora pachistana. La notizia era arrivata dalla voce di Roberto Manni: «Stamattina Marco aveva rimesso gli scarponi con qualche difficoltà -racconta Da Polenza a Montagna.Tv – ma è riuscito, con gli altri, a partire presto e ad arrivare all’avanzato. Appena sono partiti dal campo 1, noi abbiamo allertato subito l’Ambasciata italiana per il decollo degli elicotteri. Purtroppo a Skardu all’alba pioveva ed erano in attesa di un miglioramento del tempo».

Secondo quanto riferito da Manni, che qualche minuto fa si è rimesso in contatto con l’Italia, alle 7.30 le precipitazioni sono terminate. Il cielo si sta schiarendo, e il vento che si è alzato poco fa lascia sperare in un miglioramento della visibilità. Nel frattempo, al campo base avanzato dovrebbero essere arrivati anche 4 alpinisti americani e due Sherpa che erano partiti da campo base stamattina per salire ad allestire la piazzola per l’atterraggio degli elicotteri.

Il bilancio della spedizione rimane comunque tragico: dodici i morti accertati, probabilmente a causa di una valanga che ha travolto l’intera spedizione. «Erano circa le otto del mattino – hanno raccontato gli scalatori coreani che si sono salvati dalla tragedia – Stavamo tutti bivaccando nei pressi del traverso, cercando di capire come scendere dopo che il crollo del seracco aveva portato via le corde fisse. Improvvisamente un boato, poi la valanga… proprio sopra gli alpinisti. Ne ha portati via sette. Sono morti tutti».

Marco Confortola e l’olandese Wilco van Rooijen si sarebbero salvati scavando una buca nella neve – dove hanno trascorso la notte tra venerdì e sabato – circa 15 metri più a sinistra e sono stati solo sfiorati dalla slavina.

Scoppia la polemica sugli errori umani. Le accuse più frequenti sono di imprudenza, inesperienza e scarsa preparazione. Oggi è stato il capo spedizione olandese, Wilco Van Rooijen, a denunciare gravi errori commessi dagli alpinisti coinvolti nell’incidente. L’uomo, ricoverato in ospedale in Pakistan, ha raccontato che durante la tragedia ognuno pensava solo a salvare sè stesso, nonostante lui urlasse istruzioni per agire tutti insieme. «Ognuno lottava per sè stesso e ancora non capisco perchè si lasciavano l’un l’altro», ha detto, aggiungendo che qualcuno ha anche provato a trovare il modo di scendere dalla montagna da solo, in un posto dove chiunque si perde, inevitabilmente muore.

«La gente correva giù ma non sapeva dove andare, così molti si sono persi sul lato sbagliato della montagna, sul percorso sbagliato. A quel punto il problema si fa grave ed è così – ha concluso – che succedono queste cose». Anche Reinhold Messner è tornato a puntare l’indice contro l’inesperienza di molti degli scalatori, che purtroppo è stata fatale. Scalare la vetta del K2 a poche ore dall’oscurità «oltre a non essere professionale è una vera idiozia», ha detto l’alpinista, che ha paragonato la tragedia di questo fine settimana a quella che nel 1996 è costata la vita a nove alpinisti sull’Everest. «Quella volta la tragedia fu causata da una tempesta e dalla morte di due guide; sul K2 è stata una slavina che ha sbarrato le via del ritorno – ha detto Messner -. Resta il fatto che gli scalatori in entrambi i casi non avevano l’esperienza per uscirne in maniera autonoma». «Non sarà l’ultimo incidente di queste dimensioni – ha concluso Messner -, finchè non terminerà questa stupidaggine di portare gruppi di turisti sul K2 e sull’Everest».