Loris Grancini, chi è il leader ultras dei Viking Juve del caso Andrea Agnelli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2017 - 09:21 OLTRE 6 MESI FA
Loris Grancini, chi è il leader ultras dei Viking Juve del caso Andrea Agnelli

Loris Grancini, chi è il leader ultras dei Viking Juve del caso Andrea Agnelli

TORINO – La vicenda giudiziaria che vede coinvolta la Juventus e il suo presidente Andrea Agnelli nell’ambito dell’inchiesta sui presunti rapporti con boss della ‘ndrangheta, si arricchisce di un’intercettazione ancora secretata, e che gli stessi avvocati della società bianconera chiedono di de-secretare, diffusa dall’Huffington Post.

In essa Agnelli parla di Loris Grancini, leader milanese del gruppo ultras bianconero Viking su cui pende una richiesta di sorveglianza speciale del Tribunale di Torino: “Il problema è che questo – dice Agnelli riferendosi a Grancini – ha ucciso gente”. Il presidente bianconero è al telefono con Alessandro D’Angelo, amico e collaboratore che si occupa della sicurezza allo stadio. Il quale replica correggendolo: “…ha mandato a uccidere”.

Una conversazione risalente al marzo del 2014 che, secondo il procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro, smonterebbe la linea secondo la quale la società Juve non era a conoscenza del profilo criminoso di alcuni esponenti ultrà.

Della questione che coinvolge il presidente della Juventus Andrea Agnelli e Loris Grancini, hanno parlato anche i parlamentari del Pd Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi: “Cogliamo anche l’occasione per segnalare un altro fatto che ci ha particolarmente colpito, relativo ad un’altra figura non implicata nel processo penale, tal Grancini, pregiudicato, capo ultrà molto attivo e conosciuto. La Questura di Torino aveva richiesto per lui  8 anni di Daspo, abbiamo appreso dal sito internet del Grancini stesso che, nella giornata di ieri, un giudice del tribunale di Torino ha negato il provvedimento.

Evidentemente, pur nel rispetto delle valutazioni del magistrato, risulta evidente come sia necessario riflettere sulle oggettive difficoltà attraverso le quali si muovono le società calcistiche italiane, soprattutto se figure dal profilo criminale come quelle di Grancini possono continuare liberamente ad accedere agli stadi”.

“Andrea Agnelli e Rocco Dominello si sono incontrati più volte, sia a tu per tu, sia alla presenza di altre persone, come spesso accade tra un presidente di una squadra di calcio e il rappresentante di un gruppo ultras. Sono stati incontri leciti, alla luce del sole”. Lo ha detto l’avvocato Ivano Chiesa, difensore di Rocco Dominello, accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso, all’ udienza preliminare, avviata oggi, 23 marzo, a Torino, a conclusione dell’inchiesta Alto Piemonte che coinvolge altre 22 persone.

Tra le richieste di rinvio a giudizio nessuna riguarda la Juventus. Al centro le presunte infiltrazioni della criminalità organizzata in Piemonte e i presunti rapporti tra ultras bianconeri e personaggi legati alla ‘ndrangheta. “Negli incontri tra il mio assistito e Andrea Agnelli – ha continuato Chiesa- si è parlato di ultras. Non capisco perché il mio cliente, in questa storia, sia accusato di associazione mafiosa. Non c’è stata né estorsione, né forzatura: se poi la Juve ha dato più biglietti del dovuto, il problema è della Procura Federale. L’ndrangheta non c’entra nulla”.