NAPOLI – ''Mi perseguitano ancora, anche dopo aver chiarito tutto. Qualcuno del fisco, che gia' aveva partecipato alle cause perse contro di me, pur sapendo bene che non era mai esistita nessuna violazione fiscale e che ero estraneo a tutto, mi ha fatto passare agli occhi del mondo, che invece non conosceva le vere carte, per evasore. E mi ha calunniato, forse solo perche' ero un po' napoletano e davo fastidio non essendo gestibile''. Diego Armando Maradona, in una intervista al settimanale L'Espresso, torna cosi' sulle sue liti pendenti con il fisco italiano.
''Andro' personalmente dai ministri della Giustizia e delle Finanze e chiedero' udienza al presidente della Repubblica. Poi tornero' anche dal Papa – dice l'ex Pide de oro – per far perdonare chi ha fatto tante cattiverie, che pero' dovra' pagare di tasca sua i danni provocatimi in questi 25 anni di insulti e pignoramenti''.
''Era mio dovere morale dare la solidarieta' a chi non ha avuto la stessa mia forza nel difendersi. Tutti subiscono i pignoramenti e interessi scandalosi: da me vogliono ogni giorno 3.500 euro d'interessi per una violazione che non esiste. E che prima era 12 miliardi di lire, oggi oltre 40 milioni di euro. La legge e' uguale per tutti, anche in Italia c'e' scritto cosi', non si deve attaccare chi sembra ricco. Io non ho mai rubato nulla, ho sempre giocato e lavorato ogni giorno da quando avevo 13 anni'', si difende Maradona.