MILANO. Passano le ore e cresce l’entusiasmo: il cuore rossonero potrebbe esplodere domenica Primo maggio nel caso in cui il Milan sconfigga il Bologna a San Siro e – contemporaneamente – l’Inter si faccia sorprendere dal Cesena. Massimiliano Allegri riporta tutti con i piedi per terra.
”Dobbiamo pensare – dice – ai quattro punti necessari per vincere il campionato. Forse, domenica potrebbe ancora non bastare”. Scaramanzia d’obbligo in queste circostanze. Ma, se non sara’ questa prima domenica di maggio, niente drammi: i numeri sono eloquenti e dicono che lo scudetto arrivera’ prestissimo. Il titolo non e’ in discussione e corona una stagione senza troppi batticuori a parte la tentata rimonta dell’Inter, che paga la sua falsa partenza. Destini incrociati, campi diversi e simbolico passaggio di testimone tra due grandi: l’Inter che difende un secondo posto non ancora scontato e il Milan, che sta gia’ approntando i festeggiamenti per il suo diciottesimo scudetto. La squadra di Allegri affronta domenica il Bologna in casa protetto dal calore della sua tifoseria. Difficile immaginare un passo falso. Settantaquattro punti in classifica, la miglior difesa del campionato, la compagine rossonera gira al meglio, nonostante squalifiche e assenze. Un eccellente mercato – come lo definisce Allegri – consente ora di colmare ogni lacuna. Il lungo stop di Ibrahimovic non mette a rischio l’attacco, che si rinnova con l’inedito duo Cassano-Robinho.
Pato infortunato non pesa piu’ di tanto, anche se il brasiliano si allena anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta per tornare subito in campo. Pirlo e Inzaghi fuori, eppure la turnazione non fiacca mai il gruppo che dimostra di non essere Ibrahimovic-dipendente. Il titolo – che mancava dalla stagione 2003-2004 – cade a ridosso dei venticinque anni di presidenza di Silvio Berlusconi, che fa sognare i tifosi evocando l’avvento di Cristiano Ronaldo. Non ancora cucito lo scudetto sulle magliette, si parla gia’ di mercato. Ganso e’ in pole per il centrocampo, ma Adriano Galliani pensa anche a un terzino sinistro. La svolta del Milan coincide con la vittoria del derby per tre a zero il 2 aprile scorso, quando i rossoneri relegano l’Inter a cinque punti di distanza. Da quel momento, i ‘diavoli’ prendono il largo.
Allegri – se domenica tutti i tasselli dovessero trovare l’incastro perfetto – sarebbe il primo allenatore di una grande squadra europea a conquistare il titolo con largo anticipo, battendo in questo il collega Pep Guardiola del Barcellona. Al suo primo anno al Milan, fa vedere di che pasta e’ fatto: grintoso ma equilibrato, diretto e schietto senza essere polemico, aperto ma attento a pesare le parole. Un toscano verace capace di gestire lo spogliatoio in modo esemplare e capace di trovare un equilibrio giusto con Berlusconi. Un rapporto sereno, fatto di lunghe telefonate, di consonanza di vedute, privo di strappi o di fraintendimenti.
Allegri e’ l’uomo giusto al posto giusto, al contrario di Leonardo: il brasiliano con Berlusconi non trovo’ quell’armonia necessaria per andare avanti. Allegri puo’ riavviare un nuovo ciclo di vittorie e dare stabilita’ alla panchina del Milan. Per lui si chiude una grande stagione dalla quale ripartire, obiettivo Europa