YOUTUBE Vicenza-Padova, scontri tra ultras. Decine di perquisizioni

Pubblicato il 6 Marzo 2018 - 18:22 OLTRE 6 MESI FA
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VICENZA – La Polizia di Stato sta effettuando su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza decine di perquisizioni a carico di appartenenti a gruppi di ultras padovani coinvolti negli scontri verificatisi lo scorso 27 gennaio 2018, in occasione dell’incontro di calcio Vicenza-Padova, allorquando rimasero feriti anche appartenenti alle Forze dell’Ordine. Le indagini sono condotte dalle Digos delle Questure di Padova e Vicenza. Agli indagati sono contesati i reati di travisamento in occasione di manifestazione sportiva, possesso di oggetti atti ad offendere, lancio di materiale pericoloso, violenza/resistenza a pubblico ufficiale aggravata, manifestazioni esteriori del disciolto partito fascista, lesioni personali aggravate.

Infatti, oltre a provocare gli scontri prima dell’inizio della partita, alcuni ultras padovani, durante e dopo il match, si sono evidenziati per l’utilizzo di gestualità tipiche di estrema destra e per l’esposizione di striscioni e cartelli dal contenuto antisemita, fatti per altro compiuti il 27 gennaio, data in cui ricorreva la “Giornata della Memoria”. Ulteriori dettagli saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.30 nella Questura di Vicenza. Sono sedici le perquisizioni effettuate a carico di altrettanti ultras del Padova, resisi responsabili di vari reati in occasione del derby del 27 gennaio scorso allo stadio Menti. Quindici di loro sono residenti a Padova e provincia, mentre uno di loro abita ad Oderzo (Treviso).

Oltre ai 16 destinatari delle perquisizioni, la Digos di Vicenza e Padova ha indagato altre 3 persone, che erano già state riconosciute nell’imminenza dei fatti, mentre un altro, era stato bloccato e portato in Questura. Ad oggi gli indagati sono 20: tra loro c’è anche una donna di 40 anni, residente nella città del Santo. La posizione più delicata riguarda un tifoso, di 40 anni, insegnante di arti marziali, che deve rispondere anche di lesioni personali per aver ferito in maniera seria un dirigente della Polizia di Vicenza, colpito con un violento calcio alla schiena che gli ha procurato l’infrazione di alcune costole e altre contusioni. Negli incidenti erano rimasti feriti altri tre agenti. Per tutti i 20 ultras il questore di Vicenza, Giuseppe Petronzi, ha avviato le procedure per l’applicazione del Daspo: dodici di loro, già in passato resosi responsabili di vicende simili, rischiano il massimo della pena, sino a 8 anni di Daspo con obbligo di firma.

Nelle perquisizioni è stata sequestrato materiale vario, tra cui, una bandiera nazista (rossa con svastica nera al centro), una biografia di Eric Priebke, un coltello a serramanico, una mazza da baseball, un manganello telescopico, un tirapugni e fumogeni da stadio. Al termine dell’incontro, nelle fasi di deflusso della tifoseria ospite, sugli spalti del settore occupato dai padovani, veniva esposto un cartello di cartoncino dai contenuti antisemiti.

Nei filmati visionati, si è visto, tra l’altro, un ultra padovano che, dopo essersi coperto il volto, ha sistemato, sotto una pezza con la scritta “Loreggia”, precedentemente affissa nella gradinata nord, il cartello con la dicitura “Se questo è un uomo”, accompagnata dal disegno di un uomo con la maglia del Vicenza Calcio che mangia un gatto. L’espressione usata nel cartello, per l’evidente richiamo al romanzo di Primo Levi, fatto peraltro avvenuto il 27 gennaio, nel “Giorno della Memoria”, è stato interpretato come provocazione alla tifoseria vicentina attraverso il malcelato e grave riferimento alle vittime dell’Olocausto.

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