Amleto di Shakespeare, il principe di Danimarca al Teatro Quirino di Roma

"Amleto" di Shakespeare al Teatro Quirino di Roma con Daniele Pecci, Maddalena Crippa, Rosario Coppolino
“Amleto” di Shakespeare al Teatro Quirino di Roma con Daniele Pecci, Maddalena Crippa, Rosario Coppolino

ROMA- La tragedia del principe di Danimarca, l’Amleto di William Shakespeare, grazie al suo eroe dal carattere complesso, delicato, ironico, drammatico, col suo desiderio illimitato di sapere e con le sue debolezze, è un’opera che non conosce l’usura del tempo e suscita continui desideri interpretativi che ne fanno uno spettacolo mai uguale a se stesso.

La compagnia Molière lo mette in scena al Teatro Quirino di Roma dal 18 al 30 ottobre. Quattordici attori  reciteranno con un testo leggermente tagliato – affinché sia compatibile con una rappresentazione teatrale di una serata-, ma comunque fedele e  in una prosa semplice, scorrevole e di facile comprensione.

Il critico e studioso del teatro Jan Kott  nel suo saggio “Shakespeare nostro contemporaneo” affermava che bisogna accostarsi a Shakespeare come a un contemporaneo perché questo è l’unico modo per comprendere il grande drammaturgo elisabettiano.  E come non essere d’accordo con Kott se pensiamo all’Amleto, un uomo stritolato dagli ingranaggi della vita e della storia che si interroga sul senso della vita e del proprio destino e perciò  così vicino a noi uomini moderni? Un uomo travolto dalla domanda “moderna” e“scettica: si può conoscere il mondo presente, quello futuro, l’ Altro, la donna?

Daniele Pecci, che ha curato l’adattamento e la regia della rappresentazione, ce ne parla così:

Un uomo, da solo. Da solo con la sua coscienza. Un compito: la vita. Ma anche la paura, terribile, che immobilizza: la nostra. Esiste il “nostro” futuro? O esiste il destino? Non è dato sapere. Almeno per ora, almeno per l’uomo, cosiddetto moderno. Quello che forse conta però, è che queste domande costituiscano un ponte, che collega noi stessi a quell’uomo moderno, a quell’uomo shakespeariano, vissuto nel Milleseicento: siamo sostanzialmente gli stessi. L’Amleto di Shakespeare è il testo teatrale più importante dell’era moderna. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita ecc. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti. In questo senso per me, è il testo più moderno, più urgente, e come tale mi sprona più di ogni altro alla sua rappresentazione, anche in veste registica. Il mio impegno è quello di proporre al pubblico contemporaneo, uno spettacolo contemporaneo. […]con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture […]

 

TEATRO QUIRINO di Roma

via delle vergini, 7 Roma

Dal 18 al 30 Ottobre

Gestione cookie