Drusilla Foer, siparietto a Sanremo con Iva Zanicchi: “Hai molte cose più di me” “Sì sono colta”

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2022 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
Drusilla Foer, siparietto a Sanremo con Iva Zanicchi: "Hai molte cose più di me" "Sì sono colta"

Drusilla Foer, siparietto a Sanremo con Iva Zanicchi: “Hai molte cose più di me” “Sì sono colta”

Siparietto pepato tra Drusilla Foer e Iva Zanicchi a Sanremo 2022. La conduttrice della terza serata, che ha conquistato tutti con la sua eleganza e la sua ironia, si è resa protagonista di uno scambio di battute con l’Aquila di Ligonchio, in gara con il brano “Voglio amarti”.

Drusilla Foer e Iva Zanicchi, il botta e risposta a Sanremo

Il botta e risposta tra le due è andato in scena sul palco dell’Ariston al momento dell’esibizione di Iva Zanicchi. Drusilla che si apprestava a presentare il brano ha risposto all’esclamazione ammirata di Zanicchi che le ha detto: “Quanto sei alta” e Foer le ha risposto: “Parecchio più di te”. 

Poi la cantante ha insistito: “Ma hai anche altre cose più di me”, alludendo forse a discorsi ben poco garbati. A quel punto la conduttrice ha deciso di troncare la discussione con grande eleganza e l’ha zittita: “Sì sono colta”. 

Drusilla Foer, il monologo sull’unicità

Drusilla Foer ha poi firmato la terza serata del Festival di Sanremo 2022 con un lungo e commosso monologo sull’unicità.

“Diversità non mi piace come parola. Mi piace unicità”, ha detto. “Per comprendere e accettare la propria unicità, bisogna capire come è composta e di cosa è fatta. Siamo fatti di cose belle: ambizioni, valori, convinzioni, talenti. Ma i talenti vanno allenati, seguiti. Le proprie convinzioni richiedono responsabilità, bisogna avere cura delle proprie forza. Immaginate quali dolori vanno affrontati, quale paure vanno esorcizzate, le fragilità vanno accudite”, ha detto con voce rotta dall’emozione.

Non è facile entrare in contatto con la propria unicità. Come si fa a tenere insieme tutte le cose che ci compongono? Si prendono per mano tutte le cose che ci abitano e si portano in alto, si sollevano insieme a noi nella purezza dell’aria, nella libertà del vento. In un grande abbraccio innamorato, urliamo ‘che bellezza: tutte queste cose sono io’. Sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità e a quel punto sarà più probabile aprirsi all’unicità dell’altro. Io sono una persona molto fortunata ad essere qui, ma vi chiedo un altro regalo”, aggiunge.

“Date un senso alla mia presenza su questo palco, tentiamo l’atto più rivoluzionario: l’ascolto. Ascoltiamoci, confrontiamoci gentilmente, accogliamo il dubbio, anche per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo convenzioni. Liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità”.