Francesco Facchinetti: “A 13 anni ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio”

L'intervista di Francesco Facchinetti a Oggi è un altro giorno: ''A 13 anni mi dissero: da oggi in poi la vita è tua, non vogliamo più sapere le cose brutte che i professori dicono su di te. Perché non studiavo? Perché ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio''.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2022 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA
Francesco Facchinetti: "A 13 anni ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio"

Francesco Facchinetti: “A 13 anni ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio” (foto Ansa)

Francesco Facchinetti, ospite di Oggi è un altro giorno, ha ripercorso le varie tappe della sua vita e della sua carriera.

Adolescenza

“A 13 anni mi dissero: da oggi in poi la vita è tua, non vogliamo più sapere le cose brutte che i professori dicono su di te. Perché non studiavo? Perché ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio”.

Francesco Facchinetti ha poi confessato che con Daniele Battaglia, figlio di Dodi, ne hanno combinate parecchie, tra queste anche far saltare i concerti dei loro genitori:

“Daniele è una persona alla quale sono legato profondamente. Abbiamo fatto saltare più di uno dei concerti dei Pooh, si è vero. Provateci voi a sentire più di duemila concerti dei Pooh. Come abbiamo fatto? Avete presente quei generatori di corrente? C’era il tasto On/Off, noi semplicemente schiacciavamo il tasto Off. Ci hanno bandito per un anno dai concerti dei Pooh. A 16 anni, prendevamo i dischi delle fan che volevano che i nostri genitori firmavano i dischi. Li prendevamo e facevamo le firme false: Vasco Rossi, Claudio Baglioni…”.

La carriera come talent scout

“Credo che il talento sia qualcosa di imponderabile, è qualcosa con cui tu nasci. Io faccio parte della categoria di quelli che devono fare per realizzare le case, non mi reputo una persona di talento perché sono cresciuto con una persona di talento. Ho visto nascere le canzoni, ho visto come faceva le cose. E tutto quello non mi appartiene. Ho trovato altro. E questo altro mi ha aiutato a realizzare i sogni. Quando ho aiutato i ragazzi a suonare e cantare negli stadi, mi ha reso orgoglioso. Stare con queste persone, dà tanto a me. Perché mi porta in un posto dove io non sono in grado di andare.  Fedez? Con Federico ho lavorato qualche tempo fa, per me Fedez è come Cristiano Ronaldo, come Messi. La cosa bellissima dei talenti è che loro non sanno quello che sono, non riescono a capire esattamente cosa sono. Lì comincia la magia”.