L’Espresso pubblica i compensi Rai: primo Fazio con 2 milioni di euro, ultima Gabanelli con 150 mila

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA

La sede Rai di viale Mazzini

L’emendamento Calderoli-Bossi alla Manovra finanziaria ha decretato la riduzione degli stipendi Rai di personale e dipendenti esterni. La Rai protesta e teme esuberi per 3 mila unità. Tremano gli artisti, i giornalisti, i commentatori. Oggi l’Espresso pubblica, nero su bianco, i nomi e le cifre dei più pagati in Rai. Primo della lista Fabio Fazio con un super compenso da 2 milioni di euro, ultima Milena Gabanelli con 150 mila euro annui. Compensi che, secondo quanto deciso dalla commissione di Vigilanza Rai, preso vederemo nei titoli di coda dei programmi Rai. Compensi di coloro che molto probabilmente risentiranno per primi della “austerity” introdotta dalla Manovra.

Una premessa: gli stipendi “segretissimi” pubblicati dall’Espresso si riferiscono ai contratti del 2009, sono lordi, da intendersi all’anno e possono tener conto anche di altri compensi esterni alla Rai. Al primo posto si posiziona Fabio Fazio con un contratto da 2 milioni di euro l’anno, seguito a ruota da Antonella Clerici con 1 milione e 500 mila euro, Carlo Conti con 1 milione e 300 mila euro e Bruno Vespa con 1 milione 200 mila euro. Sempre “over” ma non così esagerati gli stipendi di Pippo Baudo e Simona Ventura (a parimerito con 900 mila euro di entrate), Michele Santoro con 715 mila euro, l’ex direttore generale Claudio Cappon con 600 mila euro, Giovanni Minoli con 550 mila euro annui, Giovanni Floris con 450 mila euro, Pupo con 400 mila euro. Decisamente “poveri”, invece, gli stipendi di due donne forti dell’azienda: Monica Setta, conduttrice de “Il fatto del giorno” e Milena Gabanelli, conduttrice di “Report”. La prima ha preso nel 2009, secondo quanto scrive l’Espresso, 200 mila euro annui, l’altra “appena” 150 mila.

Proprio sulla pubblicazione degli stipendi Rai nei titoli di coda oggi il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, scrive una lettera a “La Repubblica” replicando a Giorgio Merlo del Pd che ieri aveva criticato questa misura. “Quei compensi – scrive Brunetta – sono alimentati con soldi raccolti mediante l’imposizione, sicché i contribuenti hanno il diritto di sapere come vengono spesi. Vale per il mondo politico, vale per la Rai”.