Borghi: Montorso, il paese di Giulietta

Pubblicato il 12 Agosto 2010 - 01:40 OLTRE 6 MESI FA

Dino, l’orso che ha fatto impazzire gli allevatori della montagna vicentina e ha fatto la felicita’ dei responsabili del turismo alpino, non c’entra anche se sullo stemma del Comune campeggia un plantigrado su due zampe. No, a Montorso Vicentino, 3200 abitanti all’imbocco della valle del Chiampo di orsi in realta’ non ce ne sono.

In compenso in queste contrade e’ nata Giulietta Capuleti, l’eterna innamorata di Romeo Montecchi che i natali li aveva avuti appunto a Montecchio a una manciata di chilometri da qui. Gli amanti piu’ famosi del mondo sono usciti infatti dalla penna e dalla mente di Luigi Da Porto poeta-scrittore, storico della Lega di Cambrai, soldato, morto a 43 anni nel 1529. Negli ultimi anni della sua esistenza, tra decine di scritti in cui riviveva le sue battaglie ecco nascere la celebre novella che Da Porto spedi’, nel 1524 al diplomatico Pietro Bembo, futuro cardinale, che ne rimase impressionato. Cosi’ come ne rimase colpito Shakespeare che ne fece una favola oggi famosa in tutto il mondo. Uno scippo ? Un plagio? Forse no, ma certo e’ una colpa per il piccolo paesino berico non averne mai saputo valorizzare le radici per farne un asso importante da giocare nello sviluppo turistico. Anche la villa dei Da Porto oggi non c’e’ piu’: della casa padronale, nel centro del paese, abitata dallo scrittore, non rimane in realta’ quasi nulla, se non un antico porticato e un torrione. Al posto di quella dimora e’ sorta la bella villa palladiana ”Da Porto Barbaran”, opera del francese Cherrette, costruita a partire dal 1662. E’ uno dei monumenti principali di cui Montorso puo’ andare fiero.

Si presenta come uno dei piu’ estesi complessi edificati tra le ville venete, soprattutto se si considera l’ala che esisteva un tempo a ovest, la cui esistenza e’ stata comprovata nel corso di alcuni studi storici. Si trova a ridosso del Colle della Fratta, che la protegge a nord, ed e’ limitrofa all’antico abitato di Montorso. Altri edifici appartenenti al complesso ma separati, esistono, trasformati e irriconoscibili, all’interno dell’area murata. Si ha notizia certa di una chiesetta di origine quattrocentesca, che esisteva ancora nel 1942, e che aveva accesso anche dalla strada pubblica. Montorso merita una sosta anche per visitare la chiesa di San Biagio, opera del De Boni risalente al 1854, pregevole edificio neoromanico, e la chiesetta di San Marcello del XV secolo in localita’ Bellimadore.