Atacama (Cile), piccolo scheletro. Test Dna: “E’ un umanoide”

Pubblicato il 24 Aprile 2013 - 17:13| Aggiornato il 14 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

SANTIAGO DEL CILE – Un alieno umanoide: secondo i ricercatori della prestigiosa università di Standford lo scheletro trovato nel deserto cileno di Atacama dieci anni fa appartiene ad un mutante molto simile agli esseri umani.

Il piccolo scheletro, di poco più di 15 centimetri, venne scoperto nel deserto cileno nel 2003. Negli anni si sono fatte diverse ipotesi: si è pensato si trattasse di un feto abortito o di una scimmia, oppure di un alieno. 

Ora gli scienziati dalla Stanford University hanno eseguito il test del Dna sui resti di Atacama e sono giunti alla conclusione che si tratta di un “umano mutante”. 

Secondo quanto ricostruiscono i quotidiani cileni, i resti umanoidi vennero trovati il 19 ottobre del 2003 da un uomo di nome Oscar Munoz. 

Lo scheletro giaceva in un pezzo di stoffa bianca vicino ad una chiesa abbandonata. Aveva dei denti duri, una testa allungata con un rigonfiamento in cima. Il suo corpo era squamoso e di colore scuro. A differenza degli esseri umani, aveva nove costole. 

Dopo sei mesi di analisi e ricerche i migliori scienziati della Standford University erano ancora senza una risposta. Avevano sottoposto lo scheletro ai raggi X e a diverse scansioni, avevano prelevato dei campioni e li avevano testati in laboratorio.

Alla fine hanno ottenuto dell’ottimo materiale genetico operando sulle estremità di due costole. Nel materiale gli scienziati hanno trovato del midollo osseo: secondo loro si tratta di di “un’interessante mutazione” di un maschio umano sopravvissuto dopo la nascita per un periodo tra i sei e gli otto anni.

“Posso dire con certezza che non si tratta di una scimmia. E’ sicuramente umano, più vicino agli esseri umani degli scimpanzé, vissuto fino all’età di sei-otto anni”, ha detto Garry Nolan, direttore del dipartimento di biologia cellulare della Stanford University’s School of Medicine in California.