ROMA – In Cina i cani-procione destinati a diventare pelliccia per ornare le giacche, le stesse giacche vendute anche in Italia, subiscono questo trattamento: una barra metallica inserita nell’ano e una nella bocca.
Collegate a una batteria per automobili, provocano una scossa che stordisce l’animale ma non lo uccide. La povera bestia viene poi scuoiata viva, procedura crudele che consente di preservare al massimo la pelliccia.
E’ quello che racconta il video-denuncia dell’associazione Animal Equality, che promuove una petizione per fermare questa tortura parecchio diffusa in Cina. Gli animali vengono ammassati in gabbie dove a malapena riescono a respirare, alcuni si ammalano e vengono destinati alla macellazione. Gli altri subiscono il trattamento descritto.
Molte aziende di moda, non solo cinesi, usano queste pellicce per confezionare i loro capi: su giacche di pelle o sul bordo del cappuccio dei piumini, anche in Italia arrivano le pellicce di questi cani-procione. Gli attivisti che hanno realizzato il video si sono finti potenziali acquirenti e hanno potuto filmare le fasi di produzione della pelliccia.
«Per fermare tutto questo lanceremo una campagna e una petizione attraverso il sito BastaModaCrudele.org – sottolinano gli attivisti – indirizzata ai maggiori stilisti e alle aziende coinvolte per esortarli a prendere una posizione chiara su questi fatti e a considerare di cessare la vendita di capi in pelliccia».
(Attenzione: alcune immagini del video potrebbero urtare la vostra sensibilità).
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