
La protesta di Greenpeace, vernice rossa nella fontana dell'ambasciata americana a Londra - Blitz Quotidiano
La fontana dell’ambasciata americana a Londra si è tinta di rosso. Alcuni attivisti di Greenpeace hanno versato oltre 300 litri di colorante rosso sangue nello stagno, imbrattando la sede diplomatica in segno di protesta contro la vendita di armi a Israele da parte degli Stati Uniti. La loro contestazione nasce dalla ferma convinzione che il presidente Donald Trump e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer siano complici di quanto stia accadendo a Gaza, dove decine di migliaia di persone sono morte nei raid israeliani dall’inizio della guerra.
“Stop arming Israel”
Per il loro blitz di protesta, diversi attivisti si sono presentati all’esterno dell’ambasciata americana a Londra muniti di recipienti di plastica con la scritta “Stop Arming Israel” (Basta armi a Israele). Una volta che la tintura biodegradabile è stata versata, sul posto è intervenuta la polizia britannica, che ha arrestato cinque attivisti tra cui anche Will McCallum, co-direttore esecutivo di Greenpeace UK. L’accusa è quella di associazione a delinquere a fini di danneggiamento, che prevede una pena massima di 10 anni di carcere. Areeba Hamid, co-direttrice esecutiva di Greenpeace, ha affermato: “Questi arresti sono un’ulteriore prova che il diritto di protestare è sotto attacco nel Regno Unito. È stato utilizzato un colorante per stagni biodegradabile, progettato per disperdersi e dissolversi naturalmente”.
Con un post su Instagram, Greenpeace Uk ha dichiarato: “I nostri attivisti hanno appena reso rosso lo stagno dell’ambasciata americana perché il governo degli Stati Uniti ha il sangue sulle mani. Gli Stati Uniti stanno alimentando il genocidio in corso a Gaza inviando armi al governo israeliano. Anche il Regno Unito è responsabile. Il premier israeliano è ricercato per crimini di guerra, eppure il governo britannico continua a vendergli armi pur avendo riconosciuto il chiaro rischio che queste possano essere usate in violazione del diritto internazionale”.