Scuola, precari che saranno assunti. 1 su 5 non insegna da 3 anni, 1 su 2 non sa lingue

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2014 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA
Scuola, precari che saranno assunti. 1 su 5 non insegna da 3 anni, 1 su 2 non sa lingue

Scuola, precari che saranno assunti. 1 su 5 non insegna da 3 anni, 1 su 2 non sa lingue

ROMA – Sono 140mila e  saranno assunti perché così prevede il Governo. Ma tra di loro, i professori che finalmente troveranno l’agognato posto fisso, un esercito che comporterà un costo da 3 milioni per la collettività uno su cinque non lavora da anni e quasi uno su due non sa le lingue straniere. E non si parla di russo o cinese. Si parla, per esempio, del 43% di coloro che diventeranno di ruolo nelle scuole elementari che non hanno l’idoneità per la lingua inglese.

Entro il 2015, questo l’impegno del governo Renzi, saranno assunti in 140mila: cifra che serve a chiudere le graduatorie a esaurimento e ingloba anche i 7500 vincitori dell’ultimo concorso (2012) ancora da stabilizzare.

Il dito nella piaga lo mette Orsola Riva sul Corriere della Sera. Per spiegare chi sono questi nuovi professori la giornalista inizia dallo spiegare chi non sono. Non sono giovani, prima di tutto. Scrive Riva:

Non sono insegnanti freschi di laurea e abilitazione perché le graduatorie sono chiuse dal 2007. I più giovani sono i maestri laureati in Scienze della formazione primaria, ma il grosso è rappresentato dai vincitori del penultimo concorso (parliamo del 1999!) e dagli abilitati di vecchio conio (Ssis e abilitazioni riservate). L’età media è 41 anni: meglio dei docenti di ruolo (che con i loro 51 anni di media sono i più vecchi dell’area Ocse) ma non proprio un’iniezione di giovinezza. Per i più giovani, ha fatto sapere il ministro Stefania Giannini, ci sarà posto nel prossimo concorso che verrà bandito nel 2015: in palio 40 mila posti per il triennio 2016-2019, circa 13 mila all’anno: pochini se si considera che secondo le previsioni del ministero vi prenderanno parte quasi 200 mila persone.

Giovani o no, i precari storici sono tutti docenti che hanno maturato un diritto nei confronti dello Stato dopo anni di supplenze e sacrifici. Un debito che il governo si sta affrettando a onorare prima di essere condannato a pagare multe salatissime dalla Corte di giustizia europea per violazione del diritto comunitario (la direttiva 1999/70/CE prevede l’assunzione in via definitiva per tutti i dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio).

Buoni o cattivi insegnanti che siano, dato che non dipende certo da quanto gli sia stato concesso di lavorare negli ultimi anni, c’è comunque un dato che fa riflettere. Lo spiega proprio il documento “Buona Scuola” varato dal Governo Renzi:

«Sappiamo che negli ultimi tre anni circa 43 mila persone iscritte nelle Gae (graduatorie a esaurimento, ndr)  non hanno effettuato né supplenze annuali o sino al termine delle attività didattiche né supplenze brevi». 

E poi c’è in nodo lingue. L’inglese soprattutto. Che alle elementari, come il ministro Giannini ha imparato a sue spese è previsto da tempo. Ma ci sono i docenti adatti a insegnarlo in questa nuova infornata di assunzioni? Le cifre non sono delle migliori. Ancora Orsola Riva:

Nel caso specifico dei maestri elementari, meno della metà degli iscritti alle Gae ha l’idoneità per insegnare anche l’inglese (il 43,6%, secondo Voglioilruolo). Figuriamoci quanti sono in grado di insegnare una materia in lingua con il metodo Clil (Content and language integrated learning) come pure auspica Renzi in modo che «i nostri figli — ha detto il premier — non parlino l’inglese come me». Già alle superiori si è partiti quest’anno nel caos perché i corsi di formazione stanno andando a rilento .
E qui veniamo al vero nodo della Buona Scuola che, giustamente, punta moltissimo sul potenziamento della formazione di vecchi e nuovi prof. Una necessità che con gli attuali chiari di luna contabili appare quanto meno problematica. Lo si è visto con la legge di Stabilità: per mettere a bilancio il primo miliardo che serve a coprire gli stipendi dei 150 mila neoassunti solo fino a dicembre 2015 sono saltati sia i 100 milioni necessari per raddoppiare le ore di alternanza scuola-lavoro sia i 15 per potenziare il WiFi. Con quali soldi il governo immagina di poter formare domani e negli anni che verranno questo esercito di insegnanti?