Tasse, il Tesoro piange miseria: “Ci aspettavamo 3,5 milardi in più”

Pubblicato il 5 Giugno 2012 - 17:32 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (LaPresse)

ROMA – Il Tesoro piange miseria. Lo Stato, infatti,  incassa di tasse più dell’anno scorso ma non gli basta: mancano 3 miliardi e mezzo, non perché siano in assoluto in meno, ma perché sono in meno rispetto a quanto messo in preventivo.  C’è quindi un buco che preoccupa oggi e preoccupa in prospettiva se non altro perché proiettandolo su tutto il 2012 darebbe un ammanco di poco più di 10 miliardi. Soldi (il 2.9% in meno rispetto alle stime) che non ci sono e sui quali il governo aveva invece puntato. Soldi su cui ballano “dettagli” come il pareggio di bilancio, la possibilità di allentare la pressione fiscale record, la possibilità di investire qualcosa per uscire dalla crisi.

Le mancate entrate sono frutto di due fenomeni: ci sono gli italiani che non ce la fanno a pagare e quelli che non vogliono pagare. Da un lato c’è la recessione, recessione lunga e dura che produce un calo di pil attorno all’1.3%. Non è solo un numero: significa che causa crisi molti italiani non pagano perché semplicemente non possono. C’è chi aveva un lavoro e ora non lo ha più oppure è in cassa integrazione e c’è l’impresa che incassa meno e quindi paga meno. Vale per tutti, dalla grande azienda, alla ditta individuale, fino al supermercato sotto casa.

Poi c’è chi le tasse non le paga perché non vuole e riesce ancora a farla franca. Perché la lotta all’evasione di risultati ne dà tutto sommato ancora pochi e soprattutto in Italia, nonostante pubblicità e improbabili “operazioni simpatia” l’accertamento fiscale non è visto con favore. Equitalia è solo l’esempio più evidente. Il Tesoro, invece, si dice soddisfatto e  annuncia che è “positivo l’andamento degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo che hanno fatto registrare un incremento del 3,7% (+74 milioni di euro)”.

Il tutto mentre Mario Monti, ancora all’oscuro dei dati, in un’intervista a Famiglia Cristiana un po’ spiega e un po’ minaccia : “Siamo stati criticati per essere stati troppo duri sul fronte dell’evasione fiscale. Le assicuro che saremo ancora piu’ duri in futuro”. La “ricetta Monti” è semplice: far pagare facendo leva anche sulla paura. Perché, spiega sempre a Famiglia Cristiana, ”certe azioni della Guardia di finanza, che hanno fatto prendere un pizzico di salutare paura in più al contribuente, con buoni risultati”.  Tanto che, annuncia, ”i produttori di carta per scontrini hanno aumentato massicciamente la produzione”.

La paura invocata da Monti, però, ancora non basta al Tesoro. Che sia per evasione o per crisi resta il dato numerico: gli italiani spremuti non hanno dato abbastanza. E quei tre miliardi e spicci che mancano in 4 mesi, dovranno in qualche modo essere richiesti.

Le cifre. Eppure, rispetto al 2011 gli incassi per lo Stato sono aumentati. Risultato banale, frutto di un fatto: le tasse sono aumentate. Secondo il Tesoro, nei primi 4 mesi del 2012  le entrate tributarie ammontano a 117.030 milioni, +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2011.

A produrre più gettito sono sia le imposte dirette che le indirette. Le imposte dirette presentano una variazione positiva dello 0,5% (+316 milioni di euro). Così se  Il gettito Ire ha  una lieve contrazione dello 0,5% (-280 milioni di euro)  sale invece quello  Ires che  ha generato un incremento del 7,9% (+103 milioni di euro) per effetto delle scadenze dei termini di versamento dei contribuenti con esercizio non coincidente con l’anno solare.

Tra le altre imposte dirette si segnala la crescita dell’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+554 milioni di euro pari a +26,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie.

Le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 4,6% (+2.501 milioni di euro). In lieve calo il gettito Iva (-1,0% pari a -297 milioni di euro) che riflette l’effetto congiunto dell’aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+4,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) dovuta al ciclo economico negativo e all’indebolimento della domanda interna.

In aumento il gettito delle imposte sulle transazioni che nel complesso cresce del 48,5%.    Tra le altre imposte indirette si evidenzia la crescita del gettito dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (+24,0% pari a +1.352 milioni di euro). In flessione il gettito dell’imposta di consumo sul gas metano (-32,4%).    Tra le entrate relative ai giochi, che si riducono complessivamente del 5,9% (-281 milioni di euro), si evidenzia l’andamento particolarmente positivo delle lotterie istantanee (+10,8%  pari a +56 milioni di euro) mentre risultano in calo le entrate relative ai proventi del lotto (-9,7% pari a -222 milioni di euro).

LA PRECISAZIONE – Il ministero dell’Economia in una nota spiega che nei prossimi mesi si evidenzieranno gli effetti delle manovre. La differenza tra le entrate fiscali incassate nei primi 4 mesi dell’anno e le stime del Def, contenuto nel rapporto della Ragioneria, ”fornisce solo indicazioni di larga massima”.

”Il Rapporto sulle entrate tributarie e contributive viene pubblicato mensilmente sui siti istituzionali del Dipartimento delle Finanze e della Ragioneria Generale dello Stato – e’ scritto nella nota del ministero dell’Economia – Il Rapporto, redatto in ottemperanza ad obblighi di legge, prevede il monitoraggio mensile delle entrate tributarie e contributive. In quest’ambito, viene presentato un esercizio di confronto tra l’andamento del gettito rilevato nel periodo in esame e le previsioni ‘mensilizzate’; queste ultime sono ottenute attribuendo a quelle annue il profilo stagionale registrato l’anno precedente. Non si tratta quindi di una metodologia particolarmente sofisticata dal punto di vista statistico, esposta come è a sfasamenti temporali tra un mese e l’altro”.

”Il confronto tra entrate e previsioni relativo ai primi quattro mesi dell’anno – aggiunge il ministero dell’Economia – evidenzia uno scostamento negativo di 3,5 miliardi di euro. Lo stesso confronto relativo ai primi tre mesi evidenziava uno scostamento ancora maggiore, pari a 4 miliardi di euro. Quindi, il confronto tra previsioni e gettito effettivo nei primi mesi dell’anno fornisce solo indicazioni di larga massima sugli andamenti in corso e non può essere assunto ad indicatore di quello che potrà essere lo scostamento effettivo tra previsioni e consuntivo a fine anno”. ”In particolare – spiega il ministero – nei prossimi mesi si evidenzieranno gli effetti delle manovre disposte nel corso del 2011; indicazioni più puntuali saranno possibili solo con gli incassi dell’IMU e dell’autotassazione delle imposte dirette”.