Vendola: “Mai chiamato Giarrusso (M5s)”. Ma era Campanella condiviso su Fb…

Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Non ho mai chiamato il senatore M5s Giarrusso“, tuona Nichi Vendola dal suo profilo Facebook. E come già fatto per Francesco Campanella, che aveva accusato il leader di Sel di aver tentato l’inciucio, Vendola torna a ribadire che si sarebbe trattato di uno scherzo e di non aver chiamato né Giarrusso, né Campanella. Peccato che Giarrusso non avesse accusato Vendola, ma solo condiviso lo stato del suo collega del Movimento 5 Stelle. Condivisione che ha scatenato l’errore del leader di Sel.

Nichi Vendola, leader di Sel, dopo aver letto un’agenzia che per errore aveva confuso lo stato condiviso da Giarrusso come una sua dichiarazione, ha scritto su Facebook:

“Questa mattina anche il senatore Giarrusso (M5S) riferisce di aver ricevuto una mia telefonata. Anche da lui mi aspetto le scuse, in caso contrario ne risponderà in tribunale. Poco fa il senatore Campanella, evidentemente imbarazzato, si è giustificato dicendo “non so se era uno scherzo, al telefono sembrava Vendola”. Poteva benissimo verificare, prima di rendere pubbliche accuse così infamanti”.

L’equivoco è iniziato quando Mario Michele Giarrusso, senatore di M5s, ha condiviso su Facebook lo stato del collega Francesco Campanella:

“Oggi mi ha chiamato Vendola. Mi ha fatto i complimenti per la mia scelta su Grasso e mi ha manifestato disponibilità ad accogliermi nelle fila della maggioranza laddove Grillo mi cacciasse. Un avvenimento strano, oppure no. Nella loro logica non riescono ad immaginare che un cittadino possa votare per evitare che la seconda carica dello Stato vada ad una persona inetta. Per i politici tutto è tattica, merce di scambio, gioco a scacchi.

Sono offeso. Profondamente offeso. Offeso che una scelta etica sia stata scambiata per disponibilità all’inciucio, che una scelta difficile sia equivocata, come infedeltà ai propri impegni, che un attivista 5 stelle sia scambiato per un aspirante politico di professione. Non sono in vendita. Non ho un cartellino del prezzo da cercare e quindi, signori politici astenetevi dalle brutte figure. Noi “grillini” siamo qua a Roma in servizio civile ed a tempo determinato, siamo cresciuti politicamente tra cittadini che lavorano, nel poco tempo ritagliato tra professioni e famiglia.

Alla fine del mio compito io tornerò a casa ed ho bisogno di girare a testa alta tra i miei amici e i miei elettori. Quindi la fiducia fatevela dare dal PDL che vi capisce e potrebbe vendersi, anzi, non aspetta altro. Simul statis, simul cadetis. PS: lasciate i pace i miei amici del MoVimento. Non troverete aiuto presso di noi.”.

Una mattinata di equivoci, che potrebbe essere il frutto di uno scherzo telefonico. Secondo molti utenti di Facebook l’autore dello scherzo potrebbe essere Barty Colucci, della trasmissione radio “Tutti Pazzi per Rds”. Trasmissione che in passato, sempre con la voce del Barty-Vendola, aveva beffato Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro.