Google danneggia i concorrenti o la concorrenza? Il New Yorker distingue

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2015 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Google danneggia i concorrenti o la concorrenza? Dal New Yorker

Google danneggia i concorrenti o la concorrenza? Dal New Yorker

ROMA – Google danneggia i concorrenti o la concorrenza? Dal New Yorker.  La domanda della giornalista economica del New Yorker, se cioè le pratiche (accertate) con cui il monopolista della ricerca online Google favorisce i suoi contenuti arreca un danno ai suoi competitors o anche alla concorrenza in generale, origina dalle rivelazioni contenute in un documento interno dell’Antitrust americana (Federal Trust Commission) pubblicato dal Wall Street Journal e di cui si è occupato anche Blitzquotidiano (leggi qui).

Il documento, giunto alla fine dell’inchiesta sul colosso della ricerca, rivelava le conclusioni dei funzionari FTC secondo cui contro le pratiche di Google andava intrapresa un’azione legale, un po’ come successe con Microsoft negli anni 90 per sanzionarne l’abuso di posizione dominante. Ma i commissari non diedero parere positivo e si accontentarono di alcune correzioni volontarie nella gestione del motore di ricerca. Vauhini Vara del New Yorker ha cercato di capire il perché, una risposta, diciamo così più culturale, oltre la spiegazione per cui secondo i commissari un’azione legale non sarebbe stata la migliore soluzione per i consumatori.

Vara ascrive la mancata azione legale della FTC al mutato orizzonte di interessi preminenti dell’antitrust Usa, uno scivolamento dalla tutela della concorrenza in generale alla tutela dei consumatori. In origine, il ruolo dell’Antitrust era quello di proteggere le piccole aziende dalle grandi corporation che, in virtù del loro gigantismo finanziario, schiacciavano i fornitori. Impegno e missione della FTC erano appunto proteggere i piccoli, spina dorsale dell’espansione economica.

Con la crisi della manifattura fordista l’attenzione si è spostata sui consumatori. Facciamo un esempio delle violazioni contestate e accertate dalla FTC a Google, a partire dalle denunce dei rivali. I quali, già da anni, si lamentano del fatto che Google, se tu fai una ricerca per informarsi sulle quotazioni di Borsa o altre notizie finanziarie, ti mostra una sua chart del sito Google Finance, mettendo in coda alla pagina i siti rivali. Spesso, dagli stessi siti penalizzati, è stato accertato che Google abbia rubato materiale e informazioni utili al miglioramento del suo motore di ricerca: chi non ci stava rischiava di esser escluso dalla pagina per ritorsione.

I commissari, aderendo appunto a una diversa sensibilità Antitrust a partire dagli anni 80 del secolo scorso, ravvisano sì pratiche sleali verso i concorrenti, ma non ravvisano invece danni alla concorrenza perché i consumatori non scontano, per esempio, il danno di un aumento delle tariffe o una diminuzione delle possibilità di scelta. Ai concorrenti come Yelp, TripAdvisor e Amazon tra gli altri, non resta che dirigere le speranze di una soddisfazione legale nei confronti di Google a quanto succede con l’indagine dell’antitrust europea. Qui in Europa cercheranno di dimostrare (hanno già inviato le loro denunce) con più efficacia che le pratiche di Google realizzano una mancata opportunità per i consumatori, ma danneggiano soprattutto i concorrenti. Spesso europei.