“Sakineh libera”. La prudenza è d’obbligo, ma, sottovoce, diciamolo: “Vittoria!”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 9 Dicembre 2010 - 21:26 OLTRE 6 MESI FA

Sakineh Ashtiani

Liberata Sakineh, questo l’annuncio dato poco fa dal comitato internazionale anti lapidazione che ha seguito dal 2006 la vicenda della donna iraniana condannata alla morte per lancio di pietre perchè accusata di aver tradito il marito e di aver concorso al suo assassinio. Per altro la donna, i figli, e gli avvocati hanno sempre negato queste accuse e hanno più volte denunciato le condizioni di umiliazione, di violenza fisica e morale, nelle quali la donna era stata costretta a vivere per anni.

La notizia non può che riempire di gioia chi, come la redazione di Blitz, ha sempre sostenuto le campagne contro la pena di morte, sempre, comunque e dovunque, e non solo nel caso di Sakineh. Ci fa piacere ricordare come attorno a questa vicenda, anche in Italia, si siano ritrovate insieme donne e uomini di ogni partito, di ogni fede, ma uniti dalla comune passione per la difesa dei diritti civili ed umani.

La liberazione di Sakineh, anche se per prudenza sarà bene aspettare gli ulteriori sviluppi della complessa vicenda, sono anche una risposta a quel cinismo dominante che invita tutti a farsi gli affari propri, a non mettere becco in casa d’altri, a tacere quando i massacri sono lontani e gli schizzi di sangue non ci sfiorano neppure di rimbalzo.

Non vi è dubbio che il governo iraniano tenterà di sfruttare anche questa liberazione a fini propagandistici, ma intanto hanno dovuto liberarla, hanno dovuto fermare prima le pietre e poi il boia.

Nella giornata del festeggiamento sarà bene ricordare che altre decine di persone, sempre in Iran, attendono la morte di stato, e altri, nelle carceri dei civilissimi Stati Uniti e nelle prigioni socialiste della Cina, attendono il colpo finale. Sarà il caso di alzare la voce anche per loro e di dare il nostro sostegno a quelle organizzazioni, da Amnesty international a Nessuno Tocchi Caino, che hanno fatto della lotta contro la pena di morte e contro ogni forma di tortura una ragione di vita.

Mercoledi prossimo alle ore 18, nel salone della provincia di Roma, a Palazzo Valentini, l’associazione articolo 21, d’intesa con la provincia e con l’istituto Cinecittà Luce, si svolgerà una manifestazione per consegnare un riconoscimento ai legali di Sakineh che avevano previsto una loro presenza in Italia,quando ancora la notizia di una possibile liberazione sembrava un miraggio. Adesso quell’incontro diventerà un momento di festa e di rinnovato impegno per arrivare davvero ad una eliminazione della pena di morte dagli ordinamenti nazionali, per strappare comunque altre Sakineh dalle mani dei loro torturatori.

P.S. Per correttezza dobbiamo dire che alcune fonti del dissenso iraniano, in queste stesse ore, invitano ad una grande prudenza e ricordano come la medesima fonte che ha oggi dato la notizia del rilascio sia la medesima che qualche settimana fa aveva annunciato la imminente lapidazione della donna. Altre fonti, invece, confermano, insomma bisognerà aspettare ancora qualche ora affinchè la festa possa essere piena e senza ombre.

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