Cos’è e come funziona Liquid Feedback: la “democrazia liquida” che tenta Beppe Grillo

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 25 Settembre 2012 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo deve scegliere i candidati alle prossime elezioni e deve decidere anche con quale programma preciso presentarsi al voto. I militanti dei “MeetUp” (i circoli di Grillo dislocati sul territorio) animano blog e forum discutendo su come dare una forma democratica a una formazione politica che ha parlato molto di democrazia diretta ma ha praticato per lo più la monarchia o al limite la diarchia. Le vicende di Gianroberto Casaleggio e di Giovanni Favia, i problemi del sindaco Federico Pizzarotti a Parma spingono i “grillini” a cercare un modo condiviso per prendere le decisioni.

Liquid Feedback, programma sviluppato dal Public Software Group di Berlino scaricabile gratuitamente (opensource), permette a chi si “logga”, ovvero chi entra a far parte di un gruppo o di un’associazione, di partecipare alle discussioni e decidere, tutto tramite internet. E’ in pratica un software che consentirebbe di gestire processi decisionali di massa, già utilizzato dai “Partiti Pirati” di tutto il mondo, in primis quello tedesco. Il MoVimento 5 Stelle lo ha sperimentato in Sicilia, a Bergamo e vuole provarlo in Emilia (regione dove non a caso ci sono i grillini più “rossi”).

Come funziona Liquid Feedback. Si entra nel sistema, si seleziona una discussione e dopo avervi partecipato si vota sull’argomento preso in esame. Il voto avviene con il “metodo Schulze”, una formula elettorale che consente di votare esprimendo una gerarchia di preferenze, che poi vengono elaborate dal programma per stabilire le opzioni più votate. Questo sistema sarebbe valido sia per i punti del programma elettorale che sui candidati da selezionare. Liquid Feedback prevede inoltre un sistema di deleghe, che assomiglia molto alla democrazia delle riunioni di condominio. Superando dei controlli e certificando la propria scelta, si può delegare un altro membro di Liquid Feedback a votare al proprio posto su una determinata persona o questione.

Il sistema però non è privo di controindicazioni, come spiega Marta Serafini sul Corriere della Sera:

Tutto semplice? «Il rischio è che si crei una dittatura degli attivi, cioè di coloro che usano di più la piattaforma», spiega Carlo Brancati vicepresidente del Partito Pirata svizzero. Che aggiunge: «Se un singolo concentra su di sé un certo numero di deleghe si rischia il take over, ossia una minoranza riuscirebbe a far passare le decisioni contro la volontà della maggioranza. Un pericolo che si corre soprattutto se gli iscritti non sono numerosi». Liquid Feedback ha poi delle falle e dei punti deboli che potrebbero essere sfruttati da un manovratore occulto: «Se fosse vero come si vocifera che Casaleggio impone la sua linea, questo sistema gli consentirebbe di controllare molto facilmente il processo decisionale», continua Brancati.

Per non parlare dei sostenitori finti, che come i finti follower su Twitter uno potrebbe crearsi per legittimare le proprie posizioni o la propria candidatura. L’unico antidoto, tanto per cambiare, sono le regole:

«Sono necessari vari step. Primo, il numero di votanti deve essere abbastanza alto in modo da evitare il take over (come rischia di capitare nel Partito Pirata italiano). Secondo, bisogna controllare molto bene che la figura dell’Admin (l’amminstratore della piattaforma) non abbia troppo potere e che non influenzi il voto dal momento che non è segreto. E terzo, deve essere redatto un regolamento molto severo per la gestione pratica della piattaforma e della certificazione delle deleghe», sentenzia Brancati.

La direzione del MoVimento 5 Stelle deve essere quella di Liquid Feedback o comunque di una piattaforma (Casaleggio ha parlato di FourSquare) che consenta di gestire tramite la Rete le decisioni di un partito che non ha i soldi per articolarsi in sezioni come un partito tradizionale. I grillini, insomma, non possono permettersi la democrazia “tridimensionale”, quella in cui con i militanti oltre a discuterci puoi abbracciarli, farci a botte, mangiarci e sentirne la puzza (della democrazia). Ma comunque meglio una democrazia “liquida” o “bidimensionale” di una monarchia effettiva. O di frasi come “nel nostro MoVimento chiunque può partecipare alle discussioni, chiunque può candidarsi…”. “Chiunque” fa troppo “qualunque”.