Usa, indagine attacco Bengasi: “Sicurezza inadeguata, Stevens morì”

Pubblicato il 19 Dicembre 2012 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
Hillary Clinton (Foto LaPresse)

NEW YORK – Sicurezza “molto inadeguata” quella al consolato di Bengasi che ha portato alla morte dell’ambasciatore Christopher Stevens l’11 settembre scorso in Libia. I risultati dell’indagine indipendente sugli attacchi puntano il dito contro il Dipartimento guidato da Hillary Clinton, accusato di aver anche ignorato le richieste dell’ambasciata di Tripoli per una maggiore protezione e un miglioramento della sicurezza della missione diplomatica.

Il rapporto si spinge anche oltre: contraddicendo le informazioni diffuse inizialmente, afferma che non c’era alcuna protesta fuori dal consolato e che la responsabilità dell’incidente è solo dei terroristi che hanno attaccato la missione.

La Clinton, segretario di Stato, in una lettera al Congresso ha spiegato che il rapporto ha rinvenuto ”problemi seri e sistemici”. Nel rapporto la Clinton assicura azioni per correggere la situazione, incluso l’invio di centinaia di Marines supplementari per rafforzare la sicurezza della diplomazia americana oltreoceano.

Clinton accetta tutte le 29 raccomandazioni contenute nelle conclusioni dell’indagine e ordina che queste siano attuate ”rapidamente e interamente”. Il Dipartimento di Stato ha già provveduto a chiedere al Congresso il trasferimento di 1,3 miliardi di dollari di fondi inizialmente destinati all’Iraq, inclusi 533 milioni per rafforzare la sicurezza.

Il rapporto dell’Accountability Review Board critica il Dipartimento di Stato su più punti, dalla mancanza di personale di sicurezza specializzato all’essersi affidato a sicurezza locale non testata per la protezione del consolato. Ma anche per aver attesto segnali specifici di imminente attacco per agire invece di adattare le procedure di sicurezza e i protocolli al deteriorarsi della situazione.

”Fallimenti sistemici e la mancanza di leadership e management a livello senior fra due divisioni del Dipartimento di Stato si sono tradotti in una sicurezza molto inadeguata per Bengasi per gestire l’attacco” si legge nel rapporto riportato dalla stampa americana.

Le due divisioni del Dipartimento di Stato sotto accusa sono il Bureau per la sicurezza diplomatica e il Bureau degli affari del vicino oriente, fra i quali sembra esserci una mancanza di cooperazione e confusione su a chi spettasse la protezione di Bengasi. Nonostante i problemi rinvenuti, il rapporto stabilisce che nessun americano ha ignorato o violato i propri obblighi e, quindi, che non c’è’ bisogno – come si legge nelle raccomandazioni – dell’avvio di azioni disciplinari.