Calcio scommesse: a Milano l’hotel delle puntate da 30 mila euro in su

Pubblicato il 12 Marzo 2012 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA

Ilievski "Lo zingaro"

MILANO – Un hotel, in corso Como, a Milano, frequentato da calciatori, ex campioni appesantiti, scommettitori accaniti, spesso malavitosi. In quell’albergo si decidono partite del campionato italiano. La storia, raccontata in molte pagine degli atti della procura di Cremona, è oggetto in queste settimane di ulteriori riscontri. Uno, arriva da Hrystiyan Ilievski, lo scommettitore macedone secondo la procura di Cremona a capo dell’organizzazione degli Zingari. “Non esiste nessuna banda di Zingari”, è la sua tesi. Ma attorno alla serie A e alla B girano da anni gruppi di scommettitori che comprano informazioni dai calciatori che sistemano le partite. “Mafia, italiana o albanese” ripete Ilievski. “Non certo noi”.

Poi lo slavo aggiunge: “Indagano su di me o Gegic, ma perché non cercano di capire chi è che ogni domenica va in questo albergo?”. Questo signore a quanto pare si chiama Salvatore. Forse è siciliano, forse calabrese. Ha circa 65 anni. “Di lui so soltanto che ha una serie di cellulari, fa un paio di telefonate, apre un computer e poco prima del calcio di inizio dice se la partita si può giocare oppure no. Se sì, si scommette. Altrimenti si va tutti a casa”. Si accettano soltanto somme in contanti, e soprattutto si può scommettere soltanto cifre molto alte. Da trentamila in su.

Secondo ‘La Repubblica’ Ilievski racconta che “Una volta Bellavista e Bressan (due dei calciatori arrestati nell’operazione Last Bet, ndr) si presentarono con assegni, provarono ad arrabattare due parole ma Salvatore li rimandò indietro con qualcosa di più di un sorriso”. Ilievski aggiunge poi: “In Italia giocano tutti, ci sono gruppi organizzati. È incredibile che vengano a dire a noi, macedoni, di essere in grado di truccare le partite. È assurdo”.

Ilievski torna pure sulla combine di Lazio-Genoa e chiarisce: “La storia di Sculli io l’ho solo sentita dire. Non so niente di più, né tantomeno conosco il giocatore. Di certo la vicenda di Zamperini e Mauri è completamente inventata: l’1-1 al primo tempo l’hanno fatto gli altri, non certo noi! Andate a vedere quanta gente nella regione Lazio ha giocato su quel risultato”.