Bossi: Inginocchiati a Parigi. Berlusconi: Non è vero

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 23:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA 26 APR Il suo no ai bombardamenti italiani in Libia l'ha esp – ROMA, 26 APR – Il suo no ai bombardamenti italiani in Libia l'ha espresso gia' ieri, a caldo, attraverso il ministro Roberto Calderoli. E le telefonate di Silvio Berlusconi di oggi non l'hanno fatto arretrare di un passo: Umberto Bossi era e resta contrario alla decisione di Palazzo Chigi. ''Non sono d'accordo'', dice senza mezzi termini il Senatur annunciando battaglia in Consiglio dei Ministri e smentendo le parole del premier che, nel pomeriggio, aveva liquidato i contrasti con l'alleato con uno sbrigativo ''e' tutto a posto''. In serata il leader leghista rincara la dose affidando una dichiarazione a 'La Padania' dove tira fuori tutta la rabbia verso il presidente del Consiglio arricchendo con nuove considerazioni il suo ragionamento: ''Siamo diventati una colonia francese- afferma -. E l'aver ceduto alle richieste di Parigi avra' ''conseguenze gravissime'', a partire dall'arrivo massiccio di profughi. Poi la stoccata finale: ''Non e' dicendo sempre si' che si acquisisce peso internazionale''. Il riferimento, come si spiega nella dichiarazione, sarebbe anche all'esame delle richieste di Nicolas Sarkozy su Edison e Parmalat. e La Padania titola a tutta pagina: ''Berlusconi si inginocchia davanti a Parigi''. Proprio oggi la francese Lactalis, mentre era in corso il vertice Italo-francese, ha lanciato un'opa verso l'azienda agro-alimetare italiana che poi e' stata definita non ostile dal Cavaliere. Una operazione che comunque non sarebbe stata gradita dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che tanto si era battuto contro l'ipotesi di scalate di questo genere – si ragiona in ambienti della maggioranza – al punto da presentare un decreto ad hoc. Da qui l'ipotesi, avanzata nei medesimi ambienti, che l'avallo del premier a questa operazione, contrastata dal ministro dell'Economia, possa aver scatenato una serie di reazioni fino alla durissima presa di posizione del leader Lega. Una presa di posizione al quale il cavaliere – si apprende ancora in ambienti della maggioranza – avrebbe replicato, nel corso di una telefonata con il Senatur – respingendo con fermezza l'accusa di essersi inginocchiato davanti a Parigi. E spiegando come tutte le considerazioni da lui fatte su questo fronte siano nel pieno rispetto di criteri puramente di mercato. Dunque, quella che sembrava essere all'inizio una normale dialettica tra alleati si e' via via trasformata in un vero e proprio scontro che portera' ad un vertice tra i due leader. Una distanza quella tra Bossi e Berlusconi che e' anche lessicale. ''Guerra'', la chiama esplicitamente il leader del Carroccio riferendosi ancora alla Libia; mentre il Cavaliere preferisce parlare di ''intervento su obiettivi militari''. ''Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano cosi''', aveva detto Bossi nel pomeriggio contestando al premier anche un errore di metodo e rivelando tutto il suo malumore verso la scelta di Palazzo Chigi di affidare a un comunicato l'annuncio della decisione di bombardare che, si legge tra le righe, evidentemente il Senatur ha appreso a cose fatte. Una sorta di appunto alla mancanza di collegialita' che dovrebbe sottendere passi politici importanti che ricorda le critiche di esponenti del Pdl alla ''gestione personalistica'' di Tremonti. E, nonostante Berlusconi oggi sia tornato a ripetere di avere parlato con i vertici della Lega, compreso Bossi, e abbia annunciato ai suoi un incontro imminente col il leader del Carroccio (un vertice che potrebbe tenersi anche domani), di ''difetto di comunicazione'' parlano anche alcuni esponenti del Pdl che non nascondono, pero', l'irritazione del premier verso l'atteggiamento del Senatur teso, in prossimita' della tornata elettorale, a prendere le distanze dall'alleato. .