Bush perdeva, Obama non vince: dalla Corea all’Iran, dalla Somalia al Pakistan la “mano tesa” che nessuno stringe

Pubblicato il 26 Maggio 2009 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

La Corea del Nord gli spara sul tavolo un paio di missili per contorno dopo il piatto forte di un’esplosione atomica, un “ricatto” per fargli sapere che, sanzioni o mano tesa che sia, la musica non cambia.

L’Iran si fa pure la campagna elettorale a sue spese in termini di immagine: a giugno in Iran si vota e Teheran gli fa sapere che il nucleare iraniano è «materia indisponibile», cioè non si tratta.

Se queste sono le risposte, un dubbio si affaccia, graffia se non incrina la politica estera di Obama: prima ancora che giusta o sbagliata, non rischia di risultare inutile? Bush faceva la faccia cattiva, accumulava nemici e non raccoglieva vittorie, né diplomatiche, né politiche, né militari.

E Obama che ha cambiato approccio, linguaggio, forse anche intenzioni, cosa raccoglie? Non sarà la sua una mano tesa invano, tanto invano che tra un po’ potrebbe essere giudicata una mano “molle”?

L’Onu ha condannato la Corea del Nord e così hanno fatto tutti i paesi asiatici, Cina compresa. Ma la Cina non fa il passo decisivo, non taglia i rifornimenti che tengono in vita il regime coreano. In Pakistan l’esercito combatte i talebani nella valle dello Swat, ma si guarda bene dal lanciare un’offensiva finale contro quelli che in fondo non sono un esercito.

In Afghanistan gli Usa mandano soldati, quella è una guerra che non possono perdere, ma gli alleati europei soldati a combattere non ne vogliono aggiungere. La Somalia sta diventando un Afghanistan africano, i talebani del Corno d’Africa si stanno prendendo Mogadiscio. L’Iran lavora alla sua atomica e Israele fa sapere a Washington che non aspetterà sia messa sulla rampa di lancio.

Vari cerchi vanno stringendosi, alla politica della mano tesa di Obama non c’è reale alternativa se non quella fallimentare sperimentata da Bush. Però prima o poi, più prima che poi, quella mano dovrà chiudersi a pugno: per raccogliere qualcosa o per abbattersi su qualcuno.