CLANDESTINITA’: BERLUSCONI, ”NIENTE RETROMARCIA”

Pubblicato il 4 Giugno 2008 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi_dita Sul reato di immigrazione clandestina «non ho fatto nessuna marcia indietro». Il presidente del Cosniglio, Silvio Berlusconi, risponde così ad una domanda nella conferenza stampa al termine del bilaterale Italia-Egitto.

«Non ho nessuna preoccupazione – sottolinea il premier – e non ho fatto nessuna marcia indietro e mi dispiace che i giornali abbiano commentato in assoluta malafede una mia dichiarazione». Berlusconi spiega che «sul reato di cldenstinità non ho fatto nessuna marcia indietro, ho espreesso una mia opinione personale e, anzi, la norma proprio per un mio intervento anzichè nel dl è stata inserita nel ddl per essere sottoposta al vaglio del Parlamento e ad un approfondimento circa la sua concreta applicabilità». Dunque, conclude Berlusconi, «sarà il parlamento, come era nella mia volontà, ad approfondire. Mi spiace si continui in questa moda di fare un caso su ciò che caso non è».

Intanto il Carroccio insiste. Il capogruppo alla Camera, Roberto Cota, afferma che «sarebbe un errore» tornare indietro sul reato di clandestinità e il ministro Roberto Calderoli ha parlato di equivoco facendo presente che «non si possono deludere gli elettori». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ammette che eliminare il reato «diminuirebbe un pò l’effetto di deterrenza» ma sottolinea che comunque il pacchetto rimarrebbe «positivo».

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi assicura che da parte di Berlusconi non c’è stato «nessun dietrofront» e il vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino spiega: «La vicenda relativa all’immigrazione clandestina è all’attenzione del Parlamento e della sua sovranità. Se Berlusconi, alla luce di una serie di riflessioni che sono giunte a partire dal Vaticano, ritiene che l’aggravante possa bastare è nelle possibilità del presidente Consiglio correggere la propria idea mentre il Parlamento verifica il provvedimento». E il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri fa presente: «Ci confronteremo comunque serenamente in Parlamento, al quale spetta l’ultima parola, e troveremo le soluzioni migliori per la sicurezza degli italiani».

Mentre il decreto è già all’esame delle commissioni del Senato e approderà all’aula martedì prossimo, il ddl è stato trasmesso ieri sera dall’esecutivo a palazzo Madama. E dall’opposizione si sottolineano i contrasti in maggioranza. «Dopo i primi fuochi d’artificio mi sembra che ora nel campo della maggioranza si sia aperta una dura discussione che, per ora, produce solo molta confusione», dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. Sia lei che il ministro ombra dell’Interno, Marco Minniti esprimono poi riserve anche sull’ipotesi di aggravante, che potrebbe avere, per il Pd, problemi di costituzionalità.
Nel pomeriggio arriva la frenata di Umberto Bossi: «Sono sicuro che troveremo una linea. Non c’è nessuna lite all’interno della maggioranza, basterebbe copiare quello che fanno in Germania oppure nella cattolicissima Francia. Quello a noi andrebbe bene».