GARANTE PRIVACY: ”TROPPE INTERCETTAZIONI” E ”ATENZIONE A SITI COME YOUTUBE E MYSPACE”

Pubblicato il 16 Luglio 2008 - 17:54 OLTRE 6 MESI FA

Pizzetti_gianfranco Troppi processi mediatici e cautela sulle impronte ai minori. Sono le raccomandazioni contenute nella relazione annuale al Parlamento del Garante per la protezione dei dati personali. Le intercettazioni pubblicate al di fuori dei processi sono «una anomalia tutta italiana». L’Italia è un paese arretrato, non conosce neanche il numero di banche dati presenti. Attenzione anche alla diffusione di dati su Youtube e i social network.

Processi mediatici. «Troppo frequentemente – spiega il presidente del Garante Francesco Pizzetti – in questi anni le informazioni raccolte durante le indagini sono state oggetto di pubblicazione e di diffusione al di fuori dei processi. Fenomeno questo che, nella misura e nei modi in cui in molti casi è avvenuto, ha costituito e costituisce indubbiamente una anomalia tutta italiana». Le intercettazioni sono un fenomeno che avviene in «un Paese che vuole tutto sapere e tutto conoscere, ma nel quale è purtroppo tuttora irrisolto il cortocircuito tra le ragioni della giustizia, dell’informazione e della tutela della riservatezza».

Tutela libertà di comunicazione. Secondo Pizzetti le intercettazioni «oltre che uno strumento di indagine sono anche una delle forme più invasive della nostra sfera personale» perché incidono sulla libertà di comunicazione tutelata che l’art. 15 della Costituzione considera un diritto fondamentale.

Appello ai giornalisti e al Parlamento, «fermatevi e riflettete» spiega Pizzetti,  ci sono «troppi processi mediatici, troppa commistione fra realtà e reality».  Per questo il Garante «chiede ai presidenti delle due Camere, misure opportune per evitare che nelle interrogazioni e nelle interpellanze pubblicate in rete dopo anni, siano riportati dati e fatti che, utili per il dibattito parlamentare di allora, possono però continuare a ledere gravemente le persone citate».

Bene il dl sulle intercettazioni che dà «al Garante il potere di imporre la pubblicazione dei provvedimenti volti a censurare comportamenti scorretti da parte della stampa o dei mezzi di informazione».

Impronte ai minori. Il ricorso al prelievo delle impronte digitali richiede «moderazione», evitando «criteri discriminatori» e in particolare nel caso di minori «le cautele devono essere moltiplicate». Pizzetti si sofferma inoltre sulla necessità di regolamentare conservazione ed uso dei dati concernenti il Dna.

Attenzione alle discriminazioni. «È assolutamente necessario – sottolinea Pizzetti – che si eviti di fare ricorso a queste tecniche secondo criteri discriminatori, specialmente di natura etnica o religiosa, che con trastino con la nostra Costituzione e con le Carte dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino che il nostro Paese ha siglato».

Italia arretrata nella protezione dei dati della giustizia.  La protezione dei dati negli uffici giudiziari «è ancora quasi all’anno zero» e per innalzarla non bisogna lesinare le risorse. Pizzetti fa riferimento alle verifiche svolte sul Tribunale di Roma, «anche se circoscritte alle Sezioni civili e del lavoro, ci hanno confermato che la protezione dei dati negli uffici giudiziari è ancora quasi all’anno zero». Pizzetti sottolinea i "mali" della giustizia: «difficoltà organizzative, scarsezza di risorse, problemi di organico». E propone per i dati degli uffici giudiziari: regole precise sui tempi di conservazione; sulle modalità con le quali devono essere conservati o distrutti; sui casi e i modi in cui è lecito incrociare fra loro informazioni raccolte in attività peritali diverse e su delega di autorità giudiziarie differenti. L’Italia è un paese arretrato perché non conosce «neppure quali e quante sono le sue banche dati e che non sa proteggerle».

Misure per il federalismo della sicurezza. La moltiplicazione sul territorio delle strutture istituzionali e organizzative competenti in materia di sicurezza pubblica «rendono urgente l’adozione di misure tecniche di protezione dati, in particolare di quelli contenuti nelle grande banche dati di polizia». In particolare Pizzetti cita il caso delle videocamere per le quali con la legge finanziaria 2008 sono stati previsti sgravi fiscali a favore dei commercianti che le installino. considerando anche il decreto sicurezza che estende in questo settore le competenze del sindaco è necessario «aggiornare le indicazioni date dal Garante solo quattro anni fa».

Attenzione a Youtube e ai social network, perché sul web «corrono idee e manifestazioni del pensiero, dell’arte e della creatività insieme a forme perverse di comportamenti umani». Il Garante cita Myspace, Facebook, Asmallword, «che consentono a milioni e milioni di persone di scambiarsi notizie, informazioni, immagini».

Regole e simboli semplici che tutti possono comprendere, come due nuovi simboli grafici: «un lucchetto chiuso e un lucchetto aperto» il primo per indicare che il trattamento dei dati deve avvenire solo per alcuni fini; il secondo per consentirne un uso per finalità di altra natura, indicate nell’apposita informativa.

Trasparenza dati non è solo quantità, a volte le informazioni raccolte sono troppe e non aiutono le indagini. Secondo Pizzetti si potrebbe seguire l’esempio della Gran Bretagna dove il Garante ha il potere sia di tutelare la privacy, che di gestire il potere di accesso ai dati.

Fini: intercettazioni numero anormale. Il presidente della Camera Gianfranco Fini è d’accordo con il Garante e parla di «anormalità» relativamente al numero di intercettazioni fatte in Italia rispetto gli altri paesi europei. «Siamo forse – dice – un paese di malfattori congeniti?».