Honduras: polizia ed esercito si scontrano con centinaia di sostenitori di Zelaya

Pubblicato il 22 Settembre 2009 - 19:58 OLTRE 6 MESI FA

Manuel Zelaya

Truppe dell’esercito e forze di polizia honduregne si sono scontrate oggi a Tegucigalpa con centinaia di sostenitori del deposto presidente Manuel Zelaya davanti all’ambasciata brasiliana in cui si è rifugiato dopo essere rientrato nel Paese nel tentativo di tornare al potere, a quanto riferisce la Reuters.

La polizia ha lanciato gas lacrimogeni contro i dimostranti i quali hanno reagito col lancio di pietre. Secondo un testimone oculare almeno due barattoli di gas sono finiti all’interno del perimetro dell’ambasciata. I dimostranti sono stati dispersi, ma una ventina di essi sono finiti in ospedale, nessuno però in gravi condizioni.

I soldati pattugliano le strade intorno alla rappresentanza e controllano che venga rispettato il coprifuoco imposto dal governo golpista guidato da Roberto Micheletti, che ha destituito Zelaya lo scorso 28 giugno.

Zelaya, rientrato abusivamente in Honduras dopo tre mesi di esilio, ha accusato le forze di sicurezza di preparare un attacco contro l’ambasciata per catturarlo. «L’ambasciata è circondata da polizia e militari», dichiarato Zelaya in una intervista alla radio venezuelana Telesur, «temo atti di aggressione e perfino un assalto alla rappresentanza».

Il ministro degli esteri brasiliano Celso Amorin ha avvertito che ”qualsiasi minaccia contro la rappresentanza sarebbe una grave violazione delle norme internazionali”. Il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva ha dchiarato dal canto suo che il governo di Brasilia garantirà il diritto di rifugio di Zelaya nell’ambasciata, ignorando le richieste del governo golpista di dargli asilo in Brasile o consegnarlo per essere arrestato.

Il segretario di stato Usa, Hillary Clinton, ha dichiarato a New York che sia il governo che i sostenitori di Zelaya devono mostrare moderazione e stare attenti alle loro azioni nei giorni che verranno. Nelle prossime ore deve essere organizzato uno sforzo affinché le parti si incontrino e risolvano le loro dispute”, ha detto.

Il capo del governo golpista Micheletti ha però finora ignorato le esortazioni della Clinton, insistendo che Zelaya venga processato ”per i crimini che ha commesso”. La crisi è nata il 28 giugno, quando con l’assenso della Corte Costituzionale i militari hanno rovesciato Zelaya spedendolo in esilio. La rivolta contro Zelaya è scoppiata dopo il suo tentativo di prolungare con un referendum il suo mandato presidenziale, che scade a novembre.

Micheletti si è anche detto contrario alla ripresa dei negoziati, falliti, svoltisi con la mediazione del presidente costaricano Oscar Arias, favorevole al ritorno al potere di Zelaya.

La destituzione di Zelaya è stata condannata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dall’Unione Europea e da svariati Paesi latinoamericani. Ora molti di questi Paesi si attendono che la Casa Bianca mantenga le promesse di sostenere Zelaya ed eserciti pressioni sul governo golpista perchè gli consenta di tornare al potere.