IL GAY PRIDE, LA CARFAGNA E IL VATICANO

Pubblicato il 30 Maggio 2008 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

di Condor

Anni fa andai al Circo Massimo per dare un’occhiata alla festa del Gay Pride. Non mi piacque un granche’. C’erano individui dal sesso incerto che ballavano seminudi contorcendosi come verdisci al suono di musiche assordanti. C’erano travestiti in abiti smaglianti di pagliuzze che mostravano le tette dai carri multicolori. Altri davano bella mostra dei loro deretani. Uomini che baciavano uomini e donne che baciavano donne era uno spettacolo abbastanza comune. Birra, vino e liquori scorrevano a fiumi, e non di rado nell’aria si coglievano zaffate di marijuana. Il luogo della festa era ridotto ad un gigantesco parco rifiuti, e tutti gridavano a gran voce che volevano essere liberati. Dandomi uno sguardo intorno mi domandai: liberati da che? Il Gay Pride col suo eserciro multicolore aveva letteralmente preso possesso del Circo Massimo e dintorni, con conseguenti grossi disagi per il traffico. Il tutto sotto gli occhi dei vigili urbani che lasciavano fare. E’ andata cosi’ fino all’anno scorso, anche se mi sento di azzardare che quel trasgressivo can-can non fosse gradito proprio a tutti i cittadini dei luoghi dove si svolgeva. Ora le cose stanno cambiando e naturalmente gay, lesbiche, travestiti, transessuali e quant’altro si stanno stracciando le vesti accusando piu’ o meno tutti di discriminare i diversi. Tutto e’ cominciato quando il neo-ministro per ler Pari Opportunita’Mara Carfagna, ha annunciato che il governo non dara’ il suo patrocinio al Gay Pride previsto a Roma il 7 giugno perche’ ”per quanto riguarda il governo gli omosessuali non sono discriminati”. Le organizzazioni gay l’hanno prontamente accusata a) di fascismo, b) di razzismo e b) di sessismo. Ma la Carfagna non s’e’ data per intesa e il patrocinio governativo non ci sara’. Poi si e’ messo di traverso anche il Vaticano, non so se mi spiego, il vero ”governo ombra” di questo Paese, che piaccia o che non piaccia. E’ successo che la festa gay avrebbe dovuto concludersi a Piazza San Giovanni, in concomitanza con un concerto corale nei Palazzi del Laterano. Ora, la cosa deve esser sembrata inopportuna perche’ lo svolgersi in contemporanea del concerto corale e del baccanale del Gay Pride sarebbe stato stridente. Cosi’ la Questura di Roma ha informato gli organizzatori della festa gay che la loro manifestazione non potra’ concludersi in Piazza San Giovanni. Naturalmente i medesimi epiteti riservati alla Carfagna sono piovuti sulla Questura. «Sfileremo comunque fino a Piazza San Giovanni in un pride festoso, autodeterminato e politico, che sarà anche una risposta di piazza contro sessismo, fascismo e razzismo», hanno fatto sapere i ragazzi del collettivo lgbt «Facciamo breccia» (per chi non lo sapesse ”lgbt” sta per Lega Gay Bisessuali Transessuali). Vorrei a questo punto mettere in chiaro che personalmente non ho nulla contro le varianti sessuali di uomini e donne. Quel che penso e’ che sono affari loro e che in Italia, contrariamente a quanto succede in altri Paesi, sono liberi, nel privato e consezienti, di dare sfogo a tutte le loro tendenze e fantasie erotiche, ne’ piu’ ne’ meno degli eterosessuali. Penso anche, pero’, che organizzare cortei nei centri delle citta’, dove passeggiano famiglie e figlioletti, sia, come dire, una forzatura. Ne’ si vede perche’ il governo dovrebbe dare il suo patrocinio a simili esternazioni quando, come tutti sappiamo, ha le mani occupate da ben altri problemi. Nel mondo occidentale gli omosessuali sono universalmente accettati: hanno i loro locali, le loro discoteche e il loro tipo di amore e’ diventato pure di moda a giudicare dai film che sforna Hollywood o dai baci saffici che si scambiano Madonna e Britney Spears alle premiazioni musicali. Ma sembra che ai sessualmente diversi tutto questo non basti. Sembra che abbiano un irrefrenabile aspirazione a mettere in piazza la loro diversita’, senza peraltro rendersi conto che questo tipo di esibizionismo rischia di far loro piu’ danno che bene. Il Gay Pride del 7 giugno attraversera’ tutta Roma facendo piombare il traffico in un caos ancor piu’ caotico del solito, e il divieto di concludere il tutto a Piazza San Giovanni non mi pare possa rientrare nelle categorie del razzismo, del fascismo e del sessismo. Gli omosessuali sanno benissimo che governi e partiti di sinistra sono sempre stati piu’ comprensivi ed accomodanti nei confronti delle loro manifestazioni. Ora dovrebbero prendere atto che il clima nel Paese e’ cambiato – lo hanno cambiato gli elettori nell’urna – e certe cose che si potevano fare prima ora non si possono fare piu’, o si possono fare ma con maggior discrezione. Tutto sta nel capire da che parte spira il vento, senza drammi, perche’ il vento, come tutti sanno, e’ mutevole. Oggi spira da una parte, domani dall’altra.