LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE

Pubblicato il 18 Settembre 2008 - 06:41 OLTRE 6 MESI FA

di Giulio

Vorrei soffermarmi sul caos che ha creato l’ordinanza antiprostituzione del sindaco Alemanno. A tal proposito, infatti, si sono sollevate proteste basate innanzitutto sulla presunta poca chiarezza del testo normativo e poi sulla non-conoscenza dell’entrata in vigore dello stesso. Onestamente queste proteste a me sembrano piuttosto fuori luogo: per prima cosa il testo è molto preciso, in quanto si condanna ogni comportamento ed atteggiamento che manifesti "inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio"; inoltre mi sembra davvero banale dire che nel nostro ordinamento vige la presunzione di conoscenza delle norme e che, pertanto, non conoscere l’ordinanza non è considerata quale causa di giustificazione della sua violazione. Ciò su cui, forse, si può discutere è il merito del discusso testo normativo: è giusto soffocare l’attività di prostituzione a Roma? A mio parere sì, data la situazione evidentemente indecorosa in cui si trova la Capitale, ma forse va aggiunto qualcosa che possa bilanciare le rispettive esigenze. Mi chiedo infatti se sia così assurdo pensare alla legalizzazione del mondo della prostituzione (che, tra l’altro, potrebbe in tal caso essere soggetto a tassazione), in particolare in una città come Roma, dove è pressante l’esigenza di decoro urbano e di misure volte a ridurre l’illegalità, intervenendo là dove la giustizia ha lasciato il posto alla clandestinità. Io credo che non sia un’idea così sbagliata, sebbene le possibili proteste dei benpensanti, che non vorrebbero mai che lo Stato accogliesse qualcosa di così amorale. Tuttavia credo invece che ciò che sia davvero sbagliato sia l’approccio che l’amministrazione della città ha avuto nei confronti della sicurezza e della dignità dei residenti in particolare: Roma è stata trasformata negli ultimi anni in un centro culturale situato in una realtà civile da terzo mondo e questo, io credo, deve cambiare.